Roma 28 Luglio 48

Gentil.^mo Dott. Clausetti

Come Ella si ricorderà io ebbi a scriverLe sul finire del 1946 onde sollecitare la possibilità di farle sentire alcuni miei lavori e ciò allo scopo di una eventuale loro pubblicazione futura – poi non mi sono fatto più vivo.

Ora, affinché Ella possa comprendere meglio e valutare anche con più dati di fatto il lato tecnico (chiamiamolo così) per il quale con la presente riprendo contatto con Lei, Le ho esposto in fogli a parte la mia ultima attività ed il motivo cosiddetto tecnico – avendo una colleganza fra loro – a cui unirò un prospetto riassuntivo di tutta l’attività svolta.

Da allora, da quando Le scrissi l’ultima volta, ho sempre continuato a lavorare e veramente a ritmo accelerato; e tanto che mi sento da qualche tempo proprio stanco sfinito.

Ma mi sorregge una grande volontà – la volontà di fare, ma di fare tanto perché nella mia mente è sempre il costante pensiero di riguadagnare il troppo tempo perduto a causa degli eventi della guerra – e, inoltre, aver anche ragione alla fine di tutti coloro che non vorrebbero ch’io mi affermassi sempre più.

Certo Ella dovrà essere molto indulgente con me – se, per esporLe il tutto in modo ben dettagliato, ho dovuto dilungarmi alquanto.

Comunque potrà senz’altro leggere e valutare la cosa con calma di tempo. A me basterebbe conoscere il Suo esatto pensiero a proposito del motivo tecnico, nel giro di otto o dieci giorni – (che, se anche disgraziatamente si trattasse di un “no” non abbia tema di dirmelo chiaro e tondo).

Spero, in ogni modo, che attraverso una delle proposte fatteLe – od altre che potrebbe Ella stesso suggerirmi – la realizzazione di quanto Le ho esposto nel foglio a parte n. 2 – possa avverarsi presso la casa Ricordi – la quale, come già detto in altra parte, riveste in effetti il carattere di edizione nazionale.

Sarei tanto felice se Ella potesse prendere a cuore la cosa ed indicarmi il mezzo sicuro per realizzare la pubblicazione degli studi.

Che vuole – al mia costante preoccupazione di stringere i tempi è in relazione con mondo continuamente irrequieto e denso di nubi. Speriamo ancora che esso non ricada in un cataclisma che sarebbe ben più catastrofico di quello da poco superato.

Certo però, io vorrei concludere e lasciare qualcosa di fatto prima di essere preso nuovamente in eventuali altre lunghe stasi o peggio.

Era poi mio proposito scriverLe molto tempo addietro – che, la esposizione dettagliata a parte, da un pezzo la tenevo pronta – ma in questi ultimi tempi sono stato preso, diciamo così, nell’ingranaggio di un lavoro talmente enorme di sincronizzazioni extra e di prese visive (tutta l’orchestra con parte attiva di primo piano in documentari Americani o per l’Incom) – che, per forza di cose, ho dovuto tralasciare per un mese e mezzo la vera attività artistica per quella... commerciale del solo guadagno.

Solo ora sono libero (in ferie) ma ormai, ad es., l’incisione dei dischi (Columbia) ho dovuto rimandarla a Settembre poiché in soli quattro giorno di attività che ancora rimangono alla Voce del Padrone, per poi iniziare le ferie, mi era impossibile organizzare tutto bene col mio pianista che sta a Bolzano.

Comunque, giacché sono libero (fino 25 Agosto) sarei disposto a venire di persona a Milano – e credo che facendoLe sentire direttamente alcuni studi – e portandoLe in visione le recensioni critiche originali riguardanti il buon successo riportato dagli studi stessi (insieme ad altro materiale attestante l’attività svolta fino ad oggi) come dicevo, credo che un qualcosa si potrebbe veramente concludere.

Perciò se Ella crede di fissarmi un qualsiasi giorno ben volentieri farei una scappata a Milano.

Voglia perdonare il disturbo che Le sto recando e gradire per ora i più distinti saluti ed ossequi

Giuseppe Selmi