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Carissimo Sig^r. Giovanni

Sabbato [sic] ebbe luogo la prima rappresentazione degli Orazj.

Se anche in questi tempi vi fosse la musica di Rossini, e le gole dei Rubini forse forse non chiamerebbero neppur gente al Teatro. Fin dalle prove si andava dicendo essere la musica nojosa, rumorosa, e mancante di scintille. Della compagnia se ne occupavano così poco da far meraviglia per essere al rovescio delle altre stagioni. L’esito adunque fu freddissimo, e tanto più che per la prima volta in vita mia ho visto mezzo Teatro in prima sera di Carnevale. Ora andrà la Leonora che avrà egual fortuna certamente. Ieri a sera Domenica e 2.^da sera d’opera, un quarto di Teatro. Tutti sono arrabbiati col nuovo Duca che non si sa se sia carne o pesce. Tutte le cose rimangono nello stato di barbarie di prima, vale a dire, in potere della Polizia il di cui capo è piutosto [sic] Tigre che uomo. Dicesi che finirà per far concessioni larghe ecc. ma intanto viene assicurato che questo Borbone ha pensato bene di assegnarsi duecentomila franchi al mese, e noti bene che la ita Duchessa ne aveva soltanto centoventimila, ed allora aveva il Guastallese (ora appartenente al figlio del Rogantino) che dava immunità di grani e vini.

Gli Spartiti sono ora in casa mia, e la stessa diligenza di pria verrà osservata. I saluti al Tito alla Sig^ra. Peppina al Sig^r. Cerri.

L’amicissimo Sanelli suo

(Indirizzo)

Sig^r. Giovanni Ricordi

Editore di Musica

Milano

(il timbro postale riporta:)

PARMA

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GENN .

Milano

11 . GEN.