Caro Tornaghi,
Verona 10 8bre 62
Ho ricevuto a suo tempo la vostra del 28: 7bre.
Leggendo oggi nel Trovatore che venne in Milano la commissione di Genova onde scritturare nuovi cantanti pel teatro Carlo Felice, mi venne proprio la stizza, perché si vede che quell’impresa dopo d’aver compromesso la mia opera con dei cantanti inabili, trovasi ora costretta di surrogarne degli altri. Io l’aveva già preveduto, ed ho scritto a suo tempo, che se quell’impresa voleva valersi del tenore Verati, si fosse aperta la stagione con altro spartito, ma giammai colla Guerra in quattro, così intanto il pubblico avrebbe giudicato in prima la compagnia, e quindi secondo le circostanze si sarebbe cambiato qualche individuo che fosse più addatto [sic] per la mia opera, ed allora la cosa sarebbe andata ben altrimenti. Ciò prova che non si dovrebbe mai far contratti di noleggio d’un spartito nuovo se prima non si conoscono tutti i cantanti destinati all’esecuzione di quello. Bisognerà proprio essere ben cauti nell’avvenire. Se pel S. Radegonda non si può avere tutto il necessario è meglio rinunziarvi; oltre buoni cantanti ci vuole un’orchestra assai buona, con eccellenti strumenti d’arco, altrimenti è tempo perduto, ed un fiasco sicuro. Non so più nulla delle recite successive della mia opera a Genova.
Salutatemi la famiglia Ricordi, ed amate sempre il vostro aff. amico
Carlo Pedrotti
(indirizzo)
Sig.r Eug. Tornaghi
Presso Tito Ricordi
Milano