Gentilis° sigr Giulio. –
21 7bre 75.
Bologna.
È da due giorni che sono arrivato in questa città, dove sembrami di trovarmi in un grandioso convento per questi eterni porticati; ed io che sono per natura molto nervoso, non posso abituarmi dopo il soggiorno di Lecco a questa monotonia così opprimente, al punto che non trovo la volontà di occuparmi. Ho veduto Boito, ma penso bene di lasciarlo per ora tranquillo, avendo le prove del suo Mefistofele. – Ho fatto recapitare le due lettere ch’Ella gentilmente mi diede per il sigr Monti e il sigr Salina, trovandosi questi in campagna. Dalla siga Minghetti ci recheremo domani – Mia moglie sarebbe a pregarla se non le spiacesse di fornirla di qualche lettera per uno o due dei giornalisti di qua i più ... influenti[.]
Al più presto mi accingerò a queste modificazioni della Cantata; non so se devo proprio cambiare il 1° Coro o no; cosa ne dice Lei? dove trova propriamente la necessità di ritoccare?
Ho trovato un’alloggio buono e parmi anche tranquillo, se non che qualche volta sento i ruggiti di un basso che abita al 1° piano e il miagolio d’un Violoncello da un’altro lato, m’aspetto fra poco di sentire anche un Trombone: allora mi getterò dalla finestra! –
Sto in attesa d’una di Lei lettera. È poi vero che al Castelli si devono fare i miei Promessi Sposi? – Quando dovrò recarmi a Trieste pressappoco? –
Mi riverisca la sua signora anche a nome di mia moglie che le porge tanti saluti. Ed io faccio altrettanto mentre ho il piacere di dirmi
di Lei devmo e aff
A. Ponchielli