Carissimo Sigr. Giovanni

 

Io sto bene. Piave mi ha servito da fratello. Ella disse benissimo che era un buon diavolo, e conosce bene il Teatro. Cominazzi mi secca con delle lettere perché dice dovergli io l’abbonamento di alcuni anni. Io non ricevo mai il suo Giornale, ma giacché mi vuole ad ogni costo suo debitore la prego fargli toccare a mio nome 100 austriache e di addebitarmele, siccome pure d’inviarmi 600 austriache, per la mia bella faccia, perché sono un morto che cammina. Senza danaro!

La composizione della Tradita è al suo termine, ora sto istrumentando. Il giorno 6 s’incominceranno le prove a cembalo, e pel 20 di Febbrajo s’andrà in iscena. Saranno fischi? Genova no sicuro. Nous verrons.

Tanti saluti a Tito. Un addio al Sigr. Cerri.

L’amicissimo Sanelli