16/2/06 D’Annunzio G.
Mio caro Tito,
la tua imagine [sic] seduttrice sarà, senza dubbio, irresistibile. Si comincia intanto a tramare.
Oggi rimando le stampe del primo e del secondo atto. Ti prego di vigilare perché tutte le correzioni sieno [sic] eseguite con la massima esattezza. E grazie.
Non so ancora se potrò venire a Milano per vedere le maquettes. Sono sotto un cumulo enorme di lavoro, e gemo miserevolmente. Ma confido pienamente nel gusto di Don Giulio e nel tuo. Nei nostri colloqui recenti, tutto fu chiarito e stabilito. Bisogna cercare di conseguire la giustezza nell’intonazione dei quadri, per disegno e per colore. Bisogna quindi stare in guardia contro le deformazioni dei sarti e degli attrezzisti teatrali.
Vidi ier l’altro il buon Giacomo, reduce dalla lotta ineguale contro la neve dell’Appennino. Intorno alla concezione del dramma musicale siamo già in perfetto accordo. E io spero di potergli offrire un poema ove il più ardente soffio umano attraversi le visioni della più insolita poesia.
Sarà necessario stabilire anche la condizione materiale di questa collaborazione. E io pregherò Marco Praga d’intendersi con te.
Domani andrò a vedere il “cartellone” di Adolfo de Karolis, che sarà spedito sabato prossimo.
A rivederci. Sai che Alberto Franchetti fu impedito da Selvaggia di accettare un banchetto d’onore offertogli dai Socii della “Leonardo” per festeggiare la fine dell’opera?!!!
Saluti affettuosi a Don Giulio. Ti abbraccio.
Il tuo
Gabriele d’Annunzio
16 febbraio 1906