Data: 2/5/1902



Luogo: Milano

ID: CLET000836




2 Maggio 1902

Caris. Puccini

Perché io possa scriverle con calma, non posso dirle parola della terribile sventura da cui siamo colpiti! – Mi sarebbe impossibile tenere la testa a casa. Solo le dirò che mantenendosi le condizioni generali piuttosto buone, persiste la perdita della parola. Coscienza lucida, completa – Terribile – Anzi orribile!

Eccole copia intiero 2° atto, che ho fatto pazientemente confrontando Giacosa, Illica ed il piccolo dramma originale, dal quale presi le indicazioni sceniche veramente preziose lasciate, come al solito, a parte dal troppo comodo Giacosa. La mia impressione complessiva è che l’atto così va bene ma presenta i seguenti difetti:

- eccessiva la parte di Butterfly, oltre che per le parole, per l’azione continua, faticosa: a ciò potrà Lei rimediare in gran parte, coll’arte sua, onde lo sforzo vocale sia ridotto al minimo possibile.
- in genere, mancanza di linguaggio caratteristico – sono parole, pensieri, lirica, prettamente italiani!... in taluni punti la lirica ha dell’opera comica, del Crispino e la comare, come a pag.a 5:

Là un bravo giudice
……..
seduto in seggiola
……..
ha la traveggola
del pettinar.

Qualche paroletta l’ho cambiata copiandola. C’era un: Così sia di Suzuki che faceva a pugni e sembrava la risposta di un chierico!.... Del resto, a questa deficienza di carattere rimedierà senza dubbio Lei, colla sua musica – e così può darsi che il pubblico non se ne accorgerà – Ciò che mi pare affatto mancata è la scena dei fiori, anche per l’effetto di esecuzione. Come farà Suzuki a cantare in giardino?... fuori di scena?... andare a tempo?... ed ancora passi questo per una prima strofa!... ma una seconda?... Se vorrà unire le voci, sarà impossibile! – Poi che scena fredda… cosa farà Butterfly?... come vedrà, ho immaginato che la servente le getti dei fiori - Trovo poi che questa lirica è più addatta a 2 figurine del collegio reale di Firenze che non per due donne giapponesi!
- quelle: augurose
soglie festanti …. possibili?
- e Suzuki che fa mordere la cesoja – per rimare con gioja!
Usano forbici al Giappone, per tagliare i fiori?... Chissà… in ogni modo è pericoloso il servirsene!

Avrei capito la scena così: Suzuki in giardino – la prima parte può andare scenicamente, modificando la lirica = ma la seconda la farei col ritorno in camera di Suzuki, con una gran bracciata di fiori – parte ne prende Butterfly, e le due donne cantando (e magari con qualche passo di danza di Butterfly) ornano la camera: per occupare il marmocchio, che dovrebbe sempre stare lì come uno stupido, potrebbero gettargli dei fiori, che so io! – Mi pare possa diventare una pagina scenicamente e musicalmente squisita – Così come è no! - -
Imitando un poco la poesia chinese (e sarà molto probabile uguale la giapponese) si devono usare una quantità di immagini, e queste le offrono benissimo i fiori –
Veda ad esempio la maccheronica poesia qui unita: è un informe embrione, ma mi pare rispondere meglio al carattere delle due donne, ed al loro pensiero.

Quanto alla divisione degli atti, per me non v’ha dubbio che questo atto 2 è un atto completo, che richiede un riposo di mente e di orecchio.

Invece, il quadro del Consolato, ed il ritorno alla stessa scena dinter Atto 2, mi sembra si prestino benissimo ad un intermezzo che unisca i due quadri, e che riuscirà così razionale e più interessante.

Tornaghi mi annuncia ch’Ella sta lavorando all’Atto 1° - me ne compiaccio grandemente e può immaginarsi quale ansietà sia la mia per udire le primizie del suo lavoro.

Ma badi, caro Puccini, al Giacosa: adesso che si è liberato di questo 2° Atto, è capacissimo di farci sospirare la fine del libretto per un anno intiero! Non lo lasci tranquillo! – esiga, e presto, la rimanenza e dichiari risolutamente che senza libretto compiuto, Ella non può fare lavoro utile – Continui, continui a punzecchiare Giacosa!!.. anche a costo d’irritarlo – meglio l’irritazione, che l’accidia completa!! – Ma, perchè, il libretto finito, ci vuole – e mi pare che siamo tutti in diritto di pretenderlo. Così dopo penseremo agli scenarî, ai figurini!.. e non sarà tempo gettato.
Caro Puccini, salti cordiali a Lei, ai suoi.
Aff. Suo
Giulio Ricordi

 

 

 

Trascrizione di Luca Giovanni Logi

Opere citate
Madama Butterfly

Tipologia copialettere
Sottotipologia lettera
Scrittura manoscritto
Lingua italiano

Lettera titolo CLET000836
Segnatura Volume DOC00888
Anno 1901-1902
Volume 19
Pag 208-211
Nr. pag 4