31 maggio 1905

Mio carissimo Puccini .

              Alquanto indisposto, occupatissimo poi, non ho potuto rispondere subito alla sua del 24 corr/. Insieme a Tito ho messo in ordine le indicazioni sceniche per l’Edgar e spero saranno di sua soddisfazione, anche se – esaminando musica ed esigenze palcoscenico – non tutto si è potuto fare alla lettera secondo sue indicazioni.

              Quanto alla lettera Daudet, io nulla posso dirle, non conoscendo gli antecedenti, quindi ignoro quali impegni Ella abbia preso, quali accordi abbia fatto. La mia impressione è così ad occhio e croce, ch’Ella si è messo in un impiccio, che le costerà noje e quattrini. Così ho motivo di credere dalla lettera Daudet e da certe frasettine ….. ambigue! –

              Stupore poi, anzi stuporone, provo nel leggere il nome di Vaucaire, un bagolone di cui conosco alcuni mostruosi concepimenti librettistici, collaboratore di un…. Leoncavallo, del quale è entusiasta!.. Basta questo a caratterizzarlo. Come mai è entrato questo Vaucaire?... ma si è scordato che già Illica e Giacosa avevano lavorato, anzi pare avessero anche messo giù una prima tela, messa da parte perché Puccini vi aveva definitivamente rinunciato.

  Grattare uno scrittore francese, vuol dire impegolarsi: così non si libererà più di questo Vaucaire. e chissà che…. peso!! –

              Queste sono le mie impressioni, senza dire che Puccini può anche fare stupendamente Tartarin, ma non per prima opera, adesso e quando altro si chiede da un Maestro come Lei.

Ma…. può darsi che anche stavolta le mie parole sieno come pulviscolo portato via dal vento!! ed in tal caso: Amen! –

              Sono ben lieto di sentire che presto verrà a Milano!! Oh! per il divo Apollo, spuntasse finalmente quel raggio di sole che da tanto tempo sospiro!

              Cordialissimo a rivederci

                                                         dal suo Aff.

                                                         Giulio Ricordi