Data: 16/3/1908



Luogo: Milano

ID: CLET001190




[dattiloscritto]

Milano, 16 Marzo 1908

Egregio M° Comm. Giacomo Puccini

              Grand Hôtel

ROMA

Avendo in questi giorni abusato un poco dei miei occhi, deve usare prudenza e dettare anziché scrivere.

              Dunque ricevo la sua del 14 da Torre del Lago e il suo telegramma che mi tranquillizza completamente, giacchè, avendo telegrafato alla signora Elvira a Torre del Lago per avere di Lei notizie e non arrivando risposta alcuna, sono stato molto inquieto; poiché mi scrive “salute buona” io dico “Evviva e tiremm innanz.”

              Caro Puccini: Ella è un gran brav’uomo, un illustre Maestro e tutto quello che vuole; sa poi ch’io Le voglio moltissimo bene, ma se non si mette un “alto là” alla stupida prosopopea che vuole imporsi financo all'autore stesso, andremo di male in peggio. Io resto addirittura sbalordito quando un Giacomo Puccini mi viene a domandare di scrivere una lettera ben raccomandante a un direttore d’orchestra: ma queste sono cose dell'altro mondo! Basterebbe il presentarsi di un Puccini per far levare il cappello a tutti questi messeri i quali, perchè siedono sopra una scranna un po’ alta, si credono diventati addirittura gli dei della musica; io invece, se sapessi di avere dietro di me dei Maestri coraggiosi e consci del proprio valore, prenderei questi signori a calci nel sedere e poi direi: “Adesso mettete pure il sedere sull’alto scranno direttoriale! “

              Certo mi spiace molto che Tito non venga costì pensando all'ambiente e specialmente tutta quella masnada della stampa che chiederà almeno dieci mila posti, ma due cose si oppongono:

1°: Il sig. M° Mugnone si è permesso o no di fare a Lucca delle insinuazioni villane?

2°: E’ perfettamente inutile che lo stesso Tito venga alle ultime prove perché la di lui presenza o è utile o non lo è.

La soluzione, del resto, fra galantuomini, non sarebbe molto difficile e basterebbe che il M° Mugnone, il quale nella ultima sua stagione alla Scala ebbe tante prove di amicizia da me e da Tito, scrivesse a quest'ultimo che lo vedrebbe con molto piacere a Roma per le prove della Butterfly; è probabile che con ciò noi mettiamo da parte non tanto un risentimento personale quanto quella giusta volontà che il nostro nome sia assolutamente rispettato da tutti.

              Avrà visto le famose due nomine alla Scala: sono una specie d'olio di ricino per tenere puliti i posti per gli altri due nel caso l'aria americana non soffiasse molto favorevole!.. furbi i due messeri..!

Il noto poeta meriterebbe il regime croato, che, allora, potrei prenderlo e dargli tante bacchettate sul deretano in modo che almeno arrossisca questa parte dal momento che le guance non arrossiscono alle più salate insolenze!

              Mi dia presto notizie, magari per telegramma, e L’avverto che occorrendo, può farmi telegrafare dal n/ ottimo Cav. Fornaciari col cifrario, per modo che potrà dirmi liberamente ciò che sarebbe pericoloso far conoscere per telegramma dato che il segreto telegrafico e così ben conservato nel nostro paese!

              Cordiali saluti a Lei ed alla Signora Elvira. Auguri [autografo] dal

                                                         Suo Affmo Giulio Ricordi

Trascrizione di Graziella Bertelli

Opere citate
Madama Butterfly

Tipologia copialettere
Sottotipologia lettera
Scrittura dattiloscritto
Lingua italiano

Lettera titolo CLET001190
Segnatura Volume DOC01003
Anno 1907-1908
Volume 13
Pag 039-040
Nr. pag 2