[10-11-98]

Cariss° Signor Giulio, quante volte ho presa la penna in mano per scriverLe una di quelle mie lettere che so Le fanno piacere, e non ho mai potuto. Finito e chiuso un'incidente ne comincia un'altro, e questi incidenti non sono i soliti malumori, nervosismi etc....etc - qui tutto è pazzia. Il pettegolezzo e il sospetto creano tale un'ambiente insopportabile che Tito è dimagrito di sei chili e io, senza aver finora potuto prestare quel poco che posso al lavoro musicale, sono già quasi prostrato di forze nel correre dall'uno e dall'altro; placar questo, calmar quello!...E noti che l'ambiente sarebbe ottimo! Ma gli animi ora sono avvelenati da quella maledetta influenza che è nell'aria di tutti i palcoscenici. Ingiurie, furori, ciuffi all'aria, mogli in rabbia come gatte, escandescenze, declamazioni (queste sono quelle che annoiano di più!) lunghe ed infinite si come vuote e perfettamente inutili, minaccie, aggettivi inverosimili, putiferii per uno sguardo, interpretazioni fantastiche se uno respira un  po' più forte!...Questo il palcoscenico; l'orchestra sotto è un terreno vulcanico....in aspettativa. Eccole la scena; fra poco, appena potrò Le descriverò i personaggi. Suo aff^mo Illica

Tito fa veramente bene, con un gran tatto e una sapiente energia. Io lo coadiuvo dove posso, ma non sempre i nostri sforzi sono coronati da un buon esito. Della messa in scena io non ho visto la danza delle guèchas, particolare fatica del coreografo Tito e Le dico che vi sono delle vere trovate specialmente in alcuni terribili e terrorizzanti scatti d'ali della morte e vertiginosi giri del Vampiro - la Bellezza conserva in vece i movimenti languidi e molli e voluttuosi, sue vere caratteristiche. Come vede lo spirito e il carattere non mancano. Della impressione complessiva dell'opera finora non Le posso dire nulla; se dovessi forzarmi a pronunciare un giudizio direi che Iris è un'opera da manicomio.