Data: 30/11/1869



Luogo: Genova

ID: LLET001072




Genova 30 Ott. 1869

Caro Giulio

Ricevo un Giornale da Siracusa in cui vedo inserita a pagamento una lettera a me diretta dal Sig Gius: Privitera, seguita da alcuni commenti del Sig L.L. –– Fatemi il piacere di rispondere pubblicamente in mio nome:

1°. Che se avessi ricevuto i primi fascicoli dell'opera "Musica Scienza ed Arte" li avrei rimandati, come rimandai il 7° e l'8°:

2°. Che io non avevo lette le parole indirizzate ai Maltesi, e che in ogni modo, non potevano offendermi:

3°. Che "iniziare la più rigorosa critica e disvelare il merito o il demerito dell'opera" è quello precisamente che io non volevo fare:

4°. Che se non ho risposto alla lettera del Sig Privitera del 22 Ottobre, si è perché mio malgrado e con grandissimo mio dispiacere, ho dovuto prendere il partito, da qualche tempo, di non rispondere che alle lettere direttemi da persone di mia particolare conoscenza.

Il tempo assolutamente mi manca, per rispondere a tutte le lettere, e leggere i Fascicoli, Trattati, e Libretti, che quasi giornalmente ricevo.

Addio e credetemi

Vostro

G.Verdi

[allegato]

Inserzione a pagamento

LETTERA E COMMENTI

Al rinomato Maestro di Musica

L'Illustre Cav.Giuseppe Verdi

Ill.mo Signore e Maestro

Offeriva in dono a Lei Signore una copia della mia Opera in corso di pubblicazione LA MUSICA SCIENZA ED ARTE a solo ed esclusivo riguardo dell'ammirazione che sento pei suoi capolavori, e dell'ossequioso rispetto che mi ho della meritevole sua persona. Ora ho veduto ricusarmi il 7° ed 8° Fascicolo...e perché?...Ella avrebbe dovuto ricusare i Fascicoli precedenti da tutto prima, sin da che le offersi il 1° e 2°, ove ne avesse trovato motivo!!

Comunque la si fosse andata, sappia o Signore, che è in me convincimento, che se Ella ha innalzata, in Italia, la Musica ad un punto dei più eminenti dell'arte; io vò, da per tutto, collocarla fra le Scienze; e null'altro attendo, se non che i miei benevoli lettori mi siano fedeli interpreti, e me vivente giudichino la mia Opera: è in me persuasione, che se la mia Opera ha un merito, nessuna contrarietà glielo può togliere; se non lo ha, non vi è sapienza, non virtù, non protezione o raccomandazione che potrà procacciarglielo.

Gradisca i sensi della più alta stima, e mi creda di Lei

Siracusa 22 Ottobre 1869

                                                       Umilissimo Servitore

                                                        Gius. Privitera

Sembra dalla sopra scritta, che l'illustre Maestro abbia usato un'azione poco cortese ed incompatibile ad alto personaggio qual'Egli è, nell'aver (tassativamente) ricusato il 7° ed 8° Fascicolo, mentre aveva diggià gradito l'offerto dono, coll'averne accettato il 1° ed il seguito sino al 6°. E volendo indagare qual motivo lo avesse indotto a tanto, cade solo il sospetto, nell'avere rinvenuta alla quarta pagina della copertina l'indirizzo ai Maltesi, ove lo Autore così si esprimeva:

<< Quanta gratitudine vi debbo, o gentili abitatori della vaga Isoletta; voi, dotati di nobili sentimenti e adorni di belle cognizioni, primi vi degnaste ad associarvi alla mia Opera, primi ad annunziarla per mezzo del giornalismo, primi a darne un qualche giudizio su che l'Italia avrebbe dovuto di già precedervi. Ma l'Italia usa a contrariare in vita i suoi ed onorarli morti, non ismette il crudo retaggio, serbandolo, se non altro, col silenzio affligente più che mordace critica>>.

L'illustre Maestro (lunge dallo scrivere lettere adulanti e compromissive, come quella del Pacini al Barbieri), avrebbe dovuto far ricredere l'Autore, coll'iniziare la più sana, la più dignitosa, od anco la più rigorosa Critica, di mano in mano che gli fossero pergiunti i Fascicoli, e disvelare il merito o il demerito dell'Opera, con sottilissimo ragionamento basato sulle verità Matematiche e Fisiche secondo vien dessa presentata e sostenuta; non che su i teoremi Musicali, secondo le scoperte ed il sistema che crede introdurre l'Autore; onde dire all'Italia <<si accetti questo lavoro; desso è commendevole; raggiunge lo scopo che s'impromette; merita che sia diffuso, e che sia adottato per primo nelle nostre scuole...è un lavoro Italiano, e non deve trovare asilo come suolsi presso le straniere nazioni: o pure>> questo Libro va colla colluvie di tant'altri da servire appena ad adornare e a riempiere d'inutili volumi gli scaffali d'infrequenti Biblioteche. Invece col silenzio e con la ricusa non ha l'illustre Maestro avverato quanto lo Autore lagnava?...E siam certi che se dato gli fosse conoscere quali circostanze indussero l'Autore a quella sentita apostrofe, si sarebbe astenuto dall'avere operato in cotal modo.

L'illustre Maestro forse ignora, che dopo ben dieci e più lunghi anni di applicazioni e di stenti, soltanto per iniziare la stampa di quell'opera, è toccato all'Autore dovere scuotere con tutt'i possibili conati lo stoicismo, superare immensi ostacoli, e doversi sottoporre a tutte le privazioni della vita!!

L'Autore nella scritta ai Maltesi parlava all'Italia e non a Verdi; il risentimento quindi non avrebbe dovuto spingersi tant'oltre; e la risposta migliore ne sarebbe stata la Critica – la sana Critica che disvela gli errori e le verità. E l'Autore, rincantucciato com'è al confine d'Italia, nella terra che gli fu culla, l'attende anzioso, perché vuole saperne del suo lavoro il risultato mentre vivente; che dopo morto, là, dove cessano tutt'i bisogni della vita, dove han fine tutte le aspirazioni, dove la virtù ed il vizio si confondono, non vorrà che se ne occupi più alcuno.

L. L.

Trascrizione di Archivio Ricordi
Tipologia lettera
Sottotipologia lettera
Scrittura manoscritto
Lingua italiano

Medatadati Fisici
Nr. Fogli 1
Nr. Allegati 1
Misure 205 X 128 mm

Lettera titolo LLET001072