Genova 14 Aprile 1892

Carissimo Signor Giulio,

Io vorrei avere la decima parte del suo talento, della sua forte volontà, della sua incredibile attività, e mi parrebbe d'essere riccamente dotata da Madre Natura! Io sono invece..quel che sono! Un corpo apparentemente robusto, ed in realtà debole, sempre stanco, sfinito! Se così non fosse, sarei venuta a Milano, come Verdi avrebbe voluto, ed avrei goduto quella grande, ineffabile emozione, che vi ha tutti elettrizzati e che mi avrebbe fatto tanto bene, fino a starne male!

Io invece sono rimasta a Genova sola, d'umore tristissimo, pensando però sempre con febbrile agitazione del pensiero, allo spettacolo unico, commovente, che doveva presentare il bel Teatro alla Scala, affollato di tanta gente d'ogni classe, evocando entusiasticamente la memoria del Gran Genio di Rossini, mentre salutava con infinita tenerezza Verdi, che Dio conservi all'affetto degli Amici ed alla gloria dell'Arte!

Avrei risposto prima alla sua belle e cara lettera, ma un'infinità di occupazioni umili tutte, ma pressanti, me lo hanno impedito.

Rispondo ora, Signor Giulio, ringraziandolo tanto, tanto, tanto!!

Felice di sentire, che potrò vederla,, spero colla Signora Giuditta,, prima della nostra partenza per S^t Agata e pregandola de' miei saluti a tutti, mi ripeto

Di Lei

aff^ma Peppina Verdi