Cairo, 15 maggio 1876
Carissimo Giulio,
Ho ricevuto la bellissima carta di musica che mi hai spedito. Te ne ringrazio e procurerò di sporcarla il meno male possibile. Io ho regalato a Boito l'intera partitura dell'Ero e Leandro. Perché non perdere una mezz’ora a guardarla? Il libretto è bello e la musica discreta[1]. L'avvenire del Teatro di S.A. il Khedive è in pericolo, e le attuali proposizioni di S.E. Draneht Bey sono cattive. Io pure sono obbligato ad abbassare la testa ed accettare sforzosamente un ribasso forte. Pazienza. Ma siccome non voglio morire in Egitto e penso ritornare a Milano avrei piacere che tu mi dessi l'incarico di scrivere un'opera. Ciò non ti comprometterebbe in niente ma almeno tornerei a galla. Ecco di cui ti prego a volermi scrivere due righe in proposito. Se pel 30 Marzo 1877[2] mi puoi trovar occupazioni sarò felice di lasciare per sempre Il Cairo e quel delizioso teatro. Credimi sempre
Tuo aff.mo amico
Gio. Bottesini
[1] Il mito di “Ero e Leandro” , come quello di Orfeo, di Don Giovanni, di Faust, seppur in tono minore rispetto a questi ultimi, interessò generazioni di musicisti (ed anche poeti, pittori, letterati e scultori) non solo italiani. Il primo “Ero e Leandro” posto in musica di cui si abbia notizia è quello di Georg Friedrich Haendel (Ero e Leandro, cantata HWV 150), del 1707, a cui fece seguito quello di Ferdinando Paër, rappresentato a Napoli nel 1794. Durante l’Ottocento e il Novecento seguirono le sue orme Nicola Zingarelli (monologo, Ero e Leandro), Reeve (Hero and Leander ,1815), Luigi Mancinelli (1896), per poi passare a compositori, non di primo piano però, di area tedesca quali Schroeder (Hero und Leander, 1950), Nezevitis(Hero und Leander, 1964) e Bialas (Hero und Leander, 1966).
[2] La data della scadenza del contratto di Bottesini con i vertici del teatro del Cairo.
Arrigo Boito
Ero e Leandro
Khedivial Opera House
Medatadati Fisici
Nr. Fogli 1
Misure 212 X 134 mm
Lettera titolo LLET004525