Data: 17/4/1880



Luogo: Napoli

ID: LLET004545




Napoli, 17 aprile 1880

 

Caro Tornaghi,

ho letto la tua lettera da Clausetti a proposito del mio Ero; resto molto meravigliato delle espressioni tue e non credeva che la schifosa camorra napoletana trovasse un’eco fino a voi altri. Per tua regola l’Ero non fece nessun fiasco nonostanteché il D[‘]ormeville[1] e socio mettessero ogni trascuranza nella messa in scena, a loro poco importava perché arrivassero a compir le recite; l’insuccesso al quale tu accenni non è stato che negli articoli di giornale stipendiati dai De Giosa, Dell’Orefice, Serrao, e questi parlano con la penna di Caputo[2] corrispondente dell’opinione di cui è direttore il vostro D’Arcais, che almeno come vostro stipendiato dovreste aver la forza di imporgli di non fare il ciarlatano per conto di coloro che non mi vogliono al Collegio di S.Pietro a Majella[3]. Se voi Casa Ricordi vi foste data pena, come fate per tanti altri spartiti, di accudire l’esito dell’Ero, i giornali non si sarebbero permesso di scrivere quanto hanno scritto; ma con tutto ciò e nonostante le falangi di nemici che ho avute in teatro, posso dirti di non essere mai stato fischiato né un basta, come dice Caputo, si è sentito nel teatro, che tutte le sere ch’io vi sono andato sono stato sempre applaudito, e l’ultima sera per di più ogni pezzo ne fu applauditissimo. Se si volesse parlare di fischi, di urli, di basta, di oh! Si potrebbe discorrere degli intermezzi di Mancinelli[4] che quelli davvero non furono fatti finire, ma di questi i giornali tacciono, non essendo Mancinelli un proposto del Collegio. Se vi ho appoggiato a dar la mia musica è perché da tutti me ne facevano viva preghiera, e tante inimicizie di cui era circondato e che a me naturalmente erano ignote perché nessuno veniva a dirmelo, potevate conoscerle voi che avete i vostri rappresentanti qua ed in tal caso potevate impedire che si dasse. Ho incaricato Clausetti d’informarti della verità e spero che lo farà onestamente, ma ho tenuto a scriverti io per dirti che se la musica non si dà a Ferrara non lo è per colpa mia, mentre il Trovatore[5] annunzia già da un pezzo essere andata in fumo la formazione della compagnia.

Ti ringrazio dell’offerta dei soldi di cui ora non ho bisogno pel momento. Quando sarà l’epoca dei conti li faremo. Ciao

 

Tuo aff.mo

G.Bottesini

P.S. Spero di essere abbastanza in confidenza con Casa Ricordi perché non abbia potuto scrivervi la verità senza che ne venghino[sic] noje a Clausetti che non voleva affatto che io leggessi la tua lettera, ma avendomi il suo socio detto che si trattava affari ho voluto leggere io. Non facciamo maggiori pettegolezzi avendone io di già sopra la testa. Io voglio bene a Clausetti e mi dispiacerebbe qualunque noja per lui.


[1] D’Ormeville, il librettista dell’opera.

[2] Michele Carlo Caputo criticò ferocemente sul suo giornale, «Rivista Nuova di Scienze, Lettere ed Arti», la prima napoletana dell’ Ero e Leandro confermando dunque i sospetti e le maldicenze di cui Bottesini si lamentava nella lettera.

[3] Qui la conferma che Bottesini insegnava contrabbasso al Real Collegio di Napoli.

[4] Quegli stessi Intermezzi per la Cleopatra, dei quali parla invece in toni lusinghieri in una lettera allo stesso Mancinelli datata 1 febbraio 1880.

[5] «Il trovatore» era un giornale che si occupava di arte e teatro.

Trascrizione di Aldo Salvagno

Teatri citati
Teatro di San Carlo

Tipologia lettera
Sottotipologia lettera
Scrittura manoscritto
Lingua italiano

Medatadati Fisici
Nr. Fogli 1
Misure 114 X 184 mm

Lettera titolo LLET004545