Parigi 7 Dicembre 1858.
Mio Carissimo Tito
Ho consegnato elettricamente la bella Novella di Verdi a Escudier, e mi ha fatto molto piacere per Verdi, per te, e per l’arte. Sono desolato non trovare un [sic] occasione per mandarti le dodici camice [sic], ed i 12 fazzoletti che ho puntualmente pagato a quel ladro di mercante. Ti prego di farmi sapere se sei contento che li faccio arrivare per le messagieries Imperiales altrimenti resteranno da me in eterno. In quanto al mio affare caro il mio Tito confido nella tua amicizia, e spero che vorrai seguire l’opera che hai così generosamente incominciata. Appena avrai combinato qualche cosa fammelo sapere. Rossini ti saluta tanto. Non sai che mi ha scritto una romanza per Violoncello stupenda, l’autografo della quale è presso di me con una dedica affettuosissima di quel gran genio, che mi insuperbisce davvero.
Salutami tanto la Signora Giuseppina, Giulio, e tutti di casa non esclusi i due cari gemelli.
Saluta Tornaghi, e Filippi.
Ama il tuo
Amico
Gaetano Braga