Brescia 12 Agosto 69

Carissimo amico.

So che Gardini ti mandò la relazione dello spettacolo di Brescia, per cui non mi resta che pregarti di dirne qualche cosa sulla Gazzetta, anche a vantaggio mio, essendo proprio vero che per i pregi più applauditi dell'Opera sono a notarsi la bellissima sinfonia, il Finale 2°, e il grande finale 3°. Fancelli si è [****], ed è già partito. Alla prima rappresentazione cantò colla voce assai affievolita; e alla seconda, quando avrei sperato che facesse meglio, vinto il naturale orgasmo d'una prima recita, andò invece giù giù per modo, che a stento poté raggiungere la fine dello spettacolo. Ciò serva di regola a quei signori della Scala. Del resto gli altri artisti ebbero pieno successo. La Bendazzi coi resti della sua voce e co’ suoi slanci drammatici, il Rota col canto squisitissimo e Medini colla magnifica voce, la quale si direbbe perfino aumentata di sonorità e d'estensione. Ti ringrazio tanto della lettera che hai dato a Chiarina pel D'Arcais. Ora ti prego d'un'altro [sic] favore. Bazzini, presidente d'una società di Concerti da poco tempo qui costituita mi ha usata una deferenza dimandandomi di far suonare in una prossima matinée quella solita marcia funebre dell'Amleto che a noi altri ormai è diventata tanto rompimentosa. Se credi di permetterne l'esecuzione, fammi il piacere di mandare a casa mia Gallignani con incarico di cercare fra le carte che sono nella mia stanza le relative parti d'orchestra, non essendo ben certo d'averle rese dopo il Concerto della Società del quartetto. Me le spedirai poi a sui tempo coll'orchestra dei Puritani, ed io te le restituirò, coi debiti ringraziamenti, al mio ritorno. Ricordami con affetto al mio buon amico Giulio cui racconterai le buone notizie di qui; riveriscimi tanto l'egregia famiglia Ricordi, mandami anche una copia della Gazzetta colla bella chiaccherata [sic] sul teatro di Brescia (così leggerò con piacere anche l'apoteosi sul teatro di Vicenza) e continuami la tua buona amicizia.

Tutto tuo

F. Faccio