Data: 5/6/1872



Luogo: Padova

ID: LLET006803




Padova 5 giugno 72

 

Caro Giulio.

L'affare Zarini che noi credevamo combinato trovai che non lo era punto quando sono arrivato costì. In teatro vi sono due maestri dei Cori; uno anziano, e vale pochissimo, ed un altro sostituto, e questi è un giovane pieno di buona volontà, intelligente, e pregevole musicista. Assistetti alla prova dei Cori della Dinorah, e trovai che erano stati bene istruiti: c'era bensì qualche scarto da fare nel corpo coristico; e si fece, e le cose (dal lato dei Cori per la Dinorah) cammineranno a dovere. Malgrado ciò non mancai di domandare al Pecori spiegazioni intorno questa commedia della supposta scrittura del Zarini, ed egli si scusò col dire che la scrittura non poteva aver luogo per le troppo esigenze dello stesso. Appena giunto il tuo dispaccio lo mostrai alla Presidenza, la quale nulla sapeva di questa faccenda, e lo passò al Pecori il quale ti risponderà in proposito quello che gli parrà meglio. Per conto mio, quantunque abbia avvertita l'utilità della presenza del Zarini, non posso tuttavia dichiararla assolutamente necessaria se prima non vedo come cammineranno le prossime prove dei Cori dell'Aida: quando avessi a notare in queste soverchia lentezza e deficenza [sic] domanderei il concorso del Zarini, il quale intanto dovrebbe ribassare un poco le sue pretese, anche per rendere l'affare più agevole.Parliamo ora dell’orchestra. Caro Giulio, ebbi un da fare d'inferno per rendere possibile il collocamento dei professori che devono comporla. Su questo proposito mal t'avvisavano il Pecori e la Direzione del Teatro se tacitamente speravano ch'io mi sarei accontentato solamente di quelli che potevano [capire] nello spazio orchestrale, reso anche più angusto dalla pessima disposizione dei leggii. Feci trapiantare ogni cosa adottando presso a poco il nostro sistema della Scala, e a forza di provare e riprovare ho finito per dare posto alle 8 viole, agli 8 violoncelli, ai 9 contrabbassi, alle 2 arpe, meno che a due violini i quali non vi possono stare in nessuna maniera. Tu penserai ad un allargamento dello spazio destinato all'orchestra; figurati se ci ho pensato ancor io, ma la cosa è impossibile perché l'orchestra discende di un gradino, e questo gradino, sul quale poggia la platea, è nientemeno che un grosso muro maestro. Il teatro del resto è piccolo (e brutto) più piccolo (me lo ha detto anche [Mastellani]) di quello di Parma, ed i Violini, specialmente i 1mi sono buoni, e più che sufficienti alla poca vastità del teatro, Dopo tutto rispondimi se nulla osta, perché voglio stare in regola. Quanto al palco scenico gli è un'altro [sic] paio di maniche. Ha un discreto sfondo e un vastissimo fianco a sinistra che ci permetterà di collocare perfettamente tutto il personale per la Marcia dell'Aida. Ho fatto una lettura in orchestra della musica della Dinorah e non sono malcontento in complesso degli elementi che ho nelle mani: già siamo alle solite, bisogna gridare e inquietarsi per ottenere gli effetti fini: grideremo dunque e c'inquieteremo. Se hai occasione di scrivere al M. Verdi degli ch'io mi adopero colla massima alacrità per disporre bene le cose, e che gli scriverò direttamente quando sarò più avanzato nello studio dell'Aida. Mandami intanto la partitura o la guida della banda e la parte delle Trombe le quali stanno esercitandosi da un pezzo sulla scala di la b e di si mag: Per oggi vi saluto te, la tua signora, e l'ottimo Tornaghi, aspettando tue notizie. Ciao.

F. Faccio

Trascrizione di Nicolò Cicchetti

Opere citate
Dinorah

Tipologia lettera
Sottotipologia lettera
Scrittura manoscritto
Lingua italiano

Medatadati Fisici
Nr. Fogli 1
Misure 210 X 136 mm

Lettera titolo LLET006803