Data: 23/6/1872



Luogo: Padova

ID: LLET006806




Padova 23 Giugno 72

 

Caro Giulio

Spero che avrai ricevuto per telegrafo la risposta al tuo dispaccio: ora ti scrivo per dirti che il primo ad impedire l'andata in scena dell'Aida, qualora non dovesse essere eseguita a dovere, sarei io stesso. Il tuo telegramma mi dispiacque perché aveva l'aria di dubitare della mia fermezza nel far rispettare le condizioni del tuo contratto con Pecori, e più ancora nell'esigere gli elementi idonei alla buona esecuzione musicale dell'opera. Per Dio sono andato veramente incontro alle bastonate mandando via Tizio, Caio e Sempronio (tutta gente che, meno qualche eccezione, s'era resa da anni ed anni arbitra del teatro colla prepotenza e l'intrigo) ho provveduto io stesso colla massima cura alle efficaci sostituzioni, consigliando, e qual direi, imponendo nomi da me conosciuti e tu vieni fuori colle minaccie [sic] di ritiro di spartito e che so io! Quel tuo telegramma sarebbe stato meglio diretto all'Impresa qualora io t'avessi scritto che questa non voleva piegare alle mie volontà. Per venire alle corte e tranquillizzanti sappi adunque caro il mio Giulio che le non facili fatiche da me sostenute nell'ordinamento delle massi corali e orchestrali portarono ottimi frutti, e che il solo mio torto è stato forse quello di non scriverti spesso informandoti dettagliatamente di tutto. Ma come si fa se tutto il giorno sono occupato in questo maledetto teatro? Ho scritto al M. Verdi dandogli buone notizie, e se gliele ho fatte desiderare anche a lui gli è perché volli che la mia coscienza d'artista mi suggerisse quando era giunto il momento per dargliele. Ho fatto a tutt'oggi cinque prove (3 con orchestra sola, e 2 con gli artisti meno il Pandolfini e Marini che sono tuttavia di là da venire) e avanziamo così da poter garantire una esecuzione complessivamente non inferiore a quella di Milano e di Parma. Ti contenti? Sono soddisfatto del Flautista che mi hai mandato; buonissimi pure sono il Corno e i Fagotti mandatimi dal [Boletti]; quanto al Clarinetto ho creduto di conservare al suo posto quello del paese. La S. [****] venne scritturata a Venezia non trovandosi il Pecori disposto a spendere 10 fr al giorno pel [Rossi], più feci scritturare l'eccellente violinista Bianchini, un'altro [sic] Violoncello, una buona Viola del Cairo, un'ottimo [sic] Contrabbasso del Cairo, e tutti quei Coristi che mi mancavano a completare il numero proporzionato delle [fazioni]. Il solo che mi è mancato è il tenore del Coro [Margola] di Mantova, scritturato altrove e l'Alessandrini che mi dicono assente da Milano. Se tu mi rispondi che non è vero lo farai scritturare immediatamente a 5 lire al giorno. L'impresa si riposa nella credula speranza d'andare in scena sabato ventuno ricorrendo la festa di S. Pietro: il la lascio nella beata illusione ma penso che non saremo pronti prima del 3 Luglio; sarebbe un Mercoledì e andrebbe benone anche per regolare l'andamento delle recite successive. Una circostanza che potrebbe portare incaglio è il ritorno alla piazza del coreografo [Rossi]; doveva trovarsi a Padova pel 10 e non sarà qui che dopo domani!!! Vedremo: a ogni modo sta pur sicuro ch'io non intendo menomamente di precipitare le cose, e molto meno ancora di permettere che non vadino bene come lo esigono prima di tutto il rispetto per l'arte e pel nome di Verdi, e poi anche l'interesse nostro personale. Quando saremo lì lì per sfornare, sarai chiamato a dare l'ultima esca al fuoco. Per oggi saluto te e Tornaghi, abbracciandoti colla solita tenerezza.

23 Giugno 72

F. Facci

Trascrizione di Nicolò Cicchetti
Persone citate
Giuseppe Verdi

Opere citate
Aida

Tipologia lettera
Sottotipologia lettera
Scrittura manoscritto
Lingua italiano

Medatadati Fisici
Nr. Fogli 1
Misure 209 X 135 mm

Lettera titolo LLET006806