Data: 21/12/1857



Luogo: Venezia

ID: LLET007090




Venezia 21 Xbre 1857
Carissimo Tito.
Avverse circostanze vogliono ch’io abbia con te l’apparenza dello trascurato: anche la tua carissima in data 18 corr.e non ebbi da Gallo che oggi, perché appena giunto da Vicenza ove fui colla sorella per determinare il suo collocamento. Prima di partire però ti scrissi rispondendo al periodo che mi dirigesti in una tua lettera a Gallo, e accludendoti la tanto aspettata lettera al Carini. Spero che quella lettera avrà abbastanza giustificato il mio silenzio. Io nelle corrispondenze non officiose di qualche importanza cerco di essere puntuale: puoi immaginarti che questa cura con te avrei portato allo scrupolo in qualunque occasione, tanto più poi trattandosi di cosa in cui la quistione di tempo è principalissima. Se tu del mio silenzio e della apparente trascuraggine ti sei meravigliato e lagnato, ne hai ben d’onde, ma la mia somma sorpresa si è che quella buona lana dell’amico Fortis abbia voluto accrescere la mia responsabilità in faccia tua, non ricordandosi o fingendo di non ricordarsi i nostri patti. Fortunatamente che tu stesso puoi essere testimonio in giudizio. Intanto non uno ma 15 giorni prima di partire da Milano ho pregato il Sig. Fortis cento volte il giorno di scrivermi l’accompagnatoria per il Sig. Carini, e sempre invano. Poscia, se ti sovviene, all’ultimo istante della partenza, alla stazione della ferrovia in tua presenza mi promise di spedirmi la implorata lettera a Bergamo. Non l’ebbi né a Bergamo, né a Vicenza, né a Venezia. Da Padova gli scrissi, e fra le tante cose di cui lo pregava (di cui non vidi ancor eseguita neppure una) misi per prima la lettera pel Carini, facendomi anche forte colla tua istessa raccomandazione. Egli invece ebbe il muso franco di scrivermi due o tre volte, e sempre come non s’avesse mai parlato del Courier Franco-Italien mentre egli stesso me ne avea offerta la corrispondenza. Gli perdono questa come tante altre scappatte [sic] perché gli voglio bene, e perché adesso lo so affogato in tali brighe, dispiaceri e angherie ch’è un vero miracolo se la mobile e vorticosa testa gli regge sulle spalle. Domani o doman l’altro l’aspetto, e lo ringrazierò delle congratulazioni che tu m’hai fatto in suo nome.
Adunque per questo io spero d’esser pienamente assolto con diritto ad una formale riabilitazione!!
Quanto al Sig. De Rovray se non si sapesse con chi s’ha da fare ci sarebbe da cascar dalle nubi e da infilzare una processione di punti ammirativi alla lettura del puro atto di contrizione, inserito nel Monitore del 13 corre. Quali furono gli argomenti che convertirono il Secondo Pietro Aretino, che gli fecero riporre la spada nel fodero, egli duellista a tutta prova? I sig.i fratelli Siamesi vorrebbero darci da intendere che il miracolo l’han fatto loro … Dans ma polemique (dice l’uno o l’altro) j’ai frappé fort et j’ai atteint mon but. Poh! Forse Fiorentino sarà stato intimidito dal Sommario della sua futura pseudonima biografia! Ma questo è un’attacco [sic] personale che non ha da fare un cavolo colla nostra polemica, attacco che si può fare a Parigi, da giornale francese, abituato a trascendere e se occorre (diciamolo gallicamente) a far dello scandalo a buon mercato. D’altra parte io non son lontano dal credere che il Sig. Pier-Angelo se non ha proprio veduto il nostro articolo prima di scrivere il suo mea culpa, da vecchio bracco del mestiere l’ha fiutato alla lontana ed ha parato al meno male la botta. Io per altro sono dell’avviso che in questo caso il pentimento anziché lavare il peccato lo mostra nella sua schifosa nudità. Infatti la rettificazione del De-Rovray prova solamente ch’egli aveva sfrontatamente calunniato Verdi, e l’editore, sulla base di un’insulsa diceria e con quella bagatella d’aggiunta di storielle, di raggiri, e le relative sensatissime osservazioni critiche sulla Musica, sui cantanti, sui maestri giovani, sul Messia, sul Diavolo che se lo porti!
Adunque mi pare che il nostro articolo sia più che mai opportuno! Il sig. De Rovray rettifica bensì ma alla spiccia, sulle generali; egli è su d’un terreno che brucia i piedi e vorrebbe saltarlo a piè pari, perché da uomo destro com’è vede di dietro alla scusa non richiesta l’accusa manifesta di menzogna impudente e gratuita. Che i Sigg. Escudier facciano pure i Gradassi sul modo con cui hanno attaccato il Sig. Fiorentino, ma tu devi essere più che mai contento d’aver portata la quistione d'innanzi al tribunale della pubblica opinione con quella dignità e convenienze che si esige da chi parla e si difende in casa propria. Non basta che il sig. de Rovray s'abbia pentito: bisogna che sconti il suo peccato, e starà benissimo che i giornali francesi riproducano colle relative date tanto l'articolo della Gazzetta Musicale quanto le scuse del Monitore, appunto come dici tu qual monumento storico che ponga in chiaro agl'increduli (che ve ne son tanti) il vero stato delle nostre cose musicali, e siccome un argomento il più eloquente di tutti a provare che fede meritino codesti critici parziali, comprati e venduti che fondano le loro [****] elucubrazioni di critica sopra fatti falsi, sopra asserti maligni e calunniosi. Lo ripeto ancora; il sig. De Rovray non si è disdetto abbastanza: per le calunnie in genere basta il suo ultimo articoletto: ma per far risaltarne l'enormità e sovrattutto per scemargli interamente quella strana fiducia per cui il suo giudizio bandito dal Constitutionell e dal Moniteur sembra a taluni un oracolo, occorre che si stampi e si legga il nostro articolo, anche per mostrare con quanta moderazione l'Editore Ricordi difenda il suo onore, e propugni i suoi sacrosanti diritti. Credo che alla riputazione del Sig. Fiorentino, sarà l'ultimo crollo.
Del resto pondera bene su questo affare e domanda consiglio anche al Mazzucato che io credo sarà del mio parere. Intanto io per porti nella pronta opportunità di fare secondo il tuo piacimento ti accludo una seconda lettera pel sig. Carini, nella quale lo prego di accompagnare stampare i due documenti e d'accompagnarli con qualche osservazione e rettificazione per proprio conto perché anch’egli si è compromesso abbastanza.
Spero che mi sarai cortese d’una risposta narrandomi cosa hai fatto, e sapendomi anche dire come Verdi abbia accolto l’articolo della Gazzetta.
Ti prego di dire al Mazzucato che tutti i scorsi giorni fui occupatissimo e sempre in viaggio: che postomi adesso in quiete scriverò prima ad esso in particolare e poi anche alla Gazzetta.
Ricordami affettuosamente ai tuoi di casa, agli amici, perdonami l’innocente e apparente trascuranza e credimi
Tuo aff.
F. Filippi
P.S. Al Sig. Cerri tanti distinti saluti: anch'egli come valoroso campione della crociata contro il De Rovray deve godersi della vittoria che sorpassò le più ardite speranze!
Trascrizione di Giovanni Vigliar

Luoghi citati
Vicenza

Tipologia lettera
Sottotipologia lettera
Scrittura manoscritto
Lingua italiano

Medatadati Fisici
Nr. Fogli 2
Misure 210 X 130 mm

Lettera titolo LLET007090