Parigi 11. Xbre 1881

61 Corso Venezia

[indirizzo abituale di Filippi a Milano]

Mio caro Giulio!

Insieme con questa lettera partirà questa sera per Milano l’articolo aux pommes sul tuo bellissimo Natale. S’intende che non ci ho messo la più piccola allusione al vero autore, mantenendo il gran secreto (di Pulcinella). Saprai che al pranzo della Polenta, Giovedì venturo, eseguirò il Natale a 4 mani col bravo pianista Esposito, e i polentoni canteranno il coro. Anzi Caproni ti deve aver telegrafato di mandare in tempo otto o dieci parti di coro. Spero che faremo furore. Io feci la canzonetta Veneziana ma manca la musica e temo che non troverò modo di scriverla. Ti trascrivo la strofa che ho dedicato a Caproni.

Prima bevo al vecio amigo

Vostro bravo presidente

Gran Caproni onnipotente

Che ogni cossa el sa ben far!

Ma peccato poveretto!

Che non possa più … c… antar! (I)

L’Erodiade non va che Lunedì 19 e io partirò spero, di qui Venerdì 16 per assistere all’ultima prova generale che avrà luogo Sabato. L’aspettazione è immensa e da Parigi ci andrà una massa di gente.

Spero che avrai mandato il Natale in italiano alla Perseveranza a Pietro Viganò che ci tiene molto e a cui scrissi di pubblicare subitissimo il mio articolo, che sarà lungo una buona collonna [sic] del giornale. Ti prego di mandare una copia italiana anche a mia moglie la quale, come sai, insegna il canto nella scuola Polli e vuol fare cantare il Natale dalle bambine, compresa la tua Gina e la mia Gigia

Colla quale mi dico tuo aff.

F. Filippi

P.S. Fui interrotto dalla visita del vecchio Henry Herz al quale mostrai il Noël e n’è rimasto sbalordito. Dovresti mandargliene una copia francese ed anche una del Pierrot. Sciao.

Tuo aff.

F. Filippi

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1. Nota. I polentoni sono autorizzati a metter un’altro [sic] verbo in ar appoggiandosi a Dante il quale disse che Ugolino

Sentì chiavare l’uscio di sotto.