Airolo 26 Agosto 1900

Gentilissimo Signor Commendatore,

Le rimetto quì unita una lettera che ricevo da Buenos – Aires e che riguarda l’esecuzione del mio Colombo a quel teatro dell’Opera. Se Ella avrà la pazienza (come la ho avuta io) di verificare nell’Edizione i tagli fatti ai tre Atti eseguiti del mio lavoro rimarrà rivoltato per una simile deturpazione artistica. Benché le mie opere non abbiano ora per la sua Casa che una importanza puramente decorativa Ella è troppo artista per tollerare un simile fatto e spero che qualora in un’epoca, per quanto remota, si presentasse lo strano fatto che si dovesse ancora chiederle una delle mie opere, Ella vorrà mettere per condizione di contratto che non si possano fare che quei tagli da me o da Lei approvati.

Piutosto [sic] che dovere un successo a simili vandalismi preferisco che le mie opere continuino a dormire il loro placido sonno negli scaffali del di Lei stabilimento oppure che siano fischiate ma… nella loro integrità.-

Mi voglia scusare questa sfogatina ma le assicuro che, per quanto cogli anni diventato indifferente a tutto quello che non è arte pura, questa volta vedendo un mio lavoro tagliuzzato e deturpato così senza il minimo senso di arte ne ho provato una tale indignazione che non ho potuto trattenermi di invocare la di Lei autorità per la tutela del rispetto che (per quanto poco possano valere) meritano le mie opere come qualunque manifestazione dell’ingegno umano.

Coi miei più distinti saluti mi creda

Di Lei devot^mo

Alberto Franchetti