Al Pregiatissimo Signore

Il Signor Giovanni Ricordi

Editore di Musica

in

Milano

 

Caro Signor Giovanni!

Costantinopoli 6 Apr: 1850

Le avrà fatto meraviglia il ricevere il tanto desiderato foglio da questo Signor C…… senza una mia lettera d’accompagnamento.

Veramente ora che tutto è finito da parte … la mia lettera sarebbe stata inutile ma pure l’avevo scritta e non mancava che impostarla, ciò che, mio mal grado, non potei fare, atteso che il giorno della partenza del Vapore, Sabbato [sic] 30 p.p. Marzo, ebbi l’alto onore di trovarmi alla presenza di sua Maestà il Gran Sultano, in compagnia del bravo Concertista di Violino Russo Signor N. Dmitrieff Svetschinn, ove eseguimmo alcuni pezzi, come potrà vedere dal qui unito Giornale di Costantinopoli che ne dà notizia officiale; e sicome [sic] restammo al Palazzo del Gran Signore più che non credevamo, ritornammo al Palazzo Russo che già il Vapore Austriaco era partito, per conseguenza la lettera che Le avevo scritto restò sopra al mio tavolo.

Mercè la protezione del degnissimo Signor Titoff per la seconda volta ebbi il bene di esser presentato al Monarca dell’Oriente e Le assicuro che il mio amor proprio si trovò sodisfattissimo [sic], e ciò fece mordere la lingua ad alcuni miei vilissimi nemici i quali a suo dispetto devono inghiottire pillole che non le squadra molto.

Basta Iddio ha mandato il mio Angelo tutelare nella persona dell’Eccellentissimo Signor Titoff.

Ma veniamo a quanto risguarda a Lei.

Spero che sarà contento? la cosa non poteva riescire più bene non è vero? La persona a cui era diretto il foglio … fu veramente gentilissima, perché le persone in quistione non erano sotto la sua dipendenza, ma però il tutto riescì a meraviglia! Le persone citate non fecero nessuna dificoltà [sic] nel esporre la pura verità; anzi dissero che loro non sapevano che simili oggetti appartenevano ad altri.

Ella però mi dava un brutto suggerimento pregandomi di far presentare da una terza persona quella carta … fu presentata! ma da chi? … Ella lo può immaginare! Dunque ripeto sarà contento, basta così.

Ora poi sono io a pregarla per una grazia, che è quella di usare la maggior generosità verso chi veramente non meriterebbe, ma Ella sa meglio di me che la punizione che suol dare le persone grandi è il perdono … Dunque, mio buon Signor Giovanni, La prego, dirò io pure quanto so e posso, di far valere i suoi diritti sì, ma poi perdonare, perché così avvilirà via maggiormente, quel’Essere [sic] e si mostrera [sic] anche una volta grande e generoso. Su tale cosa si ponga un sigillo – che nemeno [sic] l’aria sappia quanto è passato fra noi altrimenti addio nostra intimissima amicizia – anzi La pregherei di dare alle fiamme quelle lettere mie che trattano su tale argomento, questa è la ricompenza [sic] che dimando per quel nulla che ho fatto, che infine non fu altro che una prova della mia indefessa amicizia per Lei.

So che Ledy [sic] Cunning, Mad. Diran, ed il Signor Guerrieri hanno ricevuto la Gazzetta musicale; desidererei che presto sortisse qualche interessantissimo pezzo di musica dell’antologia Classica onde i sudetti [sic] abbonati rimanessero anche per parte della musica contenti, basta nel caso li dirò di scegliere dal catalogo quei pezzi che più agradiscono se il primo non lo troveranno di sua sodisfazione. Veramente non ebbi fin’ora tempo di occuparmi onde ritirare l’importo dell’abbonamento, ma ben presto lo farò come pure sodisferò il debito che ho verso di Lei: mi perdonerà questo breve ritardo, ma non deriva da mia volonta [sic], ma ben sì da quella maledetta bolletta che purtroppo è la più fedele compagna di noi artisti. Appena Moretti, al quale ho dato quasi tutta la musica che Ella mi mandò, mi avrà pagato non indugerò un momento a spedirle quanto Le devo.

Sono talmente occupato che non ebbi ancor tempo di terminare la partitura della mia Fidanzata del Guerriero onde spedirla a Lei, però sarà pronta per la fine di questo mese e glie la manderò per quanch’uno [sic] di questi artisti che si porteranno in Milano terminati i suoi impegni in questa impresa.

Ella non mi dice nulla intorno quel mio baullo [sic] che trovasi nella loccanda [sic] dell’àncora in Milano, e che tante volte le raccomandai. La prego nuovamente di farlo arrivare e se è al sicuro là lasciarlo, altrimenti mi farebbe sommo favore se li dasse alloggio in sua casa.

Se il mio amicissimo Muzio è in Milano egli potrà fare questa mia commissione, ma egli [?] le dirà che attendo suoi carissimi caratteri e che la sua memoria mi suona dolce al cuore.

Un bacio a tutta la sua carissima famiglia, mi conservi l’amabile di lei afezzione [sic] e mi creda sempre a tutti prove [sic] Suo Devo.mo Amico

Angelo Mariani

Perdonate la pessima scrittura

Trascrizione di Attilio Giovagnoli, Luigino Pizzaleo
Tipologia lettera
Sottotipologia lettera
Scrittura manoscritto
Lingua italiano

Medatadati Fisici
Nr. Fogli 1
Misure 276 X 220 mm

Lettera titolo LLET010290