Data: 25/1/1902



Luogo: Pesaro

ID: LLET010806




Pesaro, 25, I, '902 -

Gentilissimo e Carissimo Comm.re Ricordi,

come Le telegrafai ieri da Fano, la sua lettera che ebbi a Roma mi addolorò moltissimo e mi lasciò perplesso, tanto che fino ad oggi non ho saputo risponderle.–

Ella dice che non si può più contare su Giacosa e che bisogna pensare a fare qualcosa senza di lui.–

E sia pure.– Ma Ella sa benissimo che io non avevo mai avuto l'intenzione di avere Giacosa come collaboratore.– Furono prima le Sue idee, e dopo quelle di Illica, che mi convinsero ad accettare la collaborazione di Giacosa.– Ella mi assicurava che senza Giacosa era difficile avere un buon libretto;  e che, d'altronde, il pubblico non avrebbe visto di buon occhio un nuovo mio lavoro sopra un libretto del solo Illica.–

D'altra parte, Illica mi convinse che l'avere Giacosa con noi voleva dire che buona parte dei nostri oppositori rimaneva disarmata.–

E come va ora che si può fare a meno di tanta potenza?.....

Si vuole che il pubblico mi sia assolutamente contrario per l'insistenza mia di avere fiducia nell'Illica?....

Si vuole che gli accaniti oppositori si sollevino ancora contro di me per aver messo in non cale il Giacosa?... Confesso che non ci capisco più nulla.–

Per parte mia dichiaro che faccio tutto quello che Ella vuole; ma è necessario pensare bene quello che dobbiamo fare.–

Per me è un momento decisivo quello attuale.-

Anche la sua idea di fare subito la Maria Antonietta, per quanto mi sorrida, pure mi dà molto pensiero.–

Si tratta di un lavoro di grande mole e che mi costerà un tempo molto lungo.– Il che vuol dire che non potrò ritrarne frutti immediati, o per lo meno prossimi.–

Ora, è questo che mi spaventa.– Io mi trovo nella condizione di avere bisogno di lavoro per guadagnare al più presto.– Perché non posso ridurmi tutti gli anni a vendere rendita per vivere.–

Ho tre figli la cui educazione mi costa gli occhi e bisogna che prenda tutti i provvedimenti possibili per non compromettere l'avvenire della mia famiglia.–

Non sto a dirle di più perché credo che Ella comprenderà tutto il resto.–

Di Illica ho fiducia illimitata.– Sono pronto a tutto, purché possa vedere i frutti del mio lavoro.– È ormai troppo tempo che io non lavoro; e colla tenace inimicizia di Sonzogno vedo troppo compromesso il  mio domani.–

Io ho bisogno assoluto di vedermi garantito l'avvenire; altrimenti saprò compiere l'ultimo sacrifizio abbandonando il mio Paese ed abbandonando l'arte mia di compositore.– Mi rimarrà l'ideale  nel cuore!–

Attendo con ansia quì, a Pesaro, una Sua lettera che mi tranquillizzi.–

Due volte sono venuto a Milano per sentire i due soggetti propostimi.– Oggi mi si propone un altro soggetto di diversa indole, e me lo si propone in differenti condizioni.–

Mi pare che sia strano il fatto di non trovare un soggetto adatto alle mie facoltà; come mi pare strano il fatto di non saper convincere il Giacosa a  lavorare con me, dopo che io l'avevo accettato per convenienza e senza averlo cercato.–

Io voglio che Ella, colla cognizione della mia attuale situazione, e coll'onestà dei propositi che La guidano, mi dica la verità, e mi dica se posso sperare prima che debba sobbarcarmi ad un lavoro che mi costerà certamente fatiche e sacrifizî indicibili.–

Nell'intimo dell'animo mio sento tutto il dolore e tutta la mortificazione di vedermi ridotto a questo punto, dopo avere speso i miei migliori anni in favore dell'arte nostra.–

Si può dire che oggi non ci sia Maestro, anche debuttante, che non trovi libretti ed editori.–

Ed io non ho un libretto, e lo cerco e lo chiedo quasi mendicando!–

Mi vergogno!–

Come mi vergogno di dovere scrivere a Lei in questo modo.–

E mi vergogno doppiamente quando penso che ho quì con me Vistilia....

E ripenso al giorno in cui mi accinsi a scrivere Cavalleria, mentre il povero Ratcliff giaceva e dormiva....

Ma ci vuol pazienza!–

Il periodo che attualmente attraverso è terribile per me.–

Nessuno conosce le lotte che debbo sostenere per la questione del Liceo Rossini.– Si saprà tutto, quando sarà troppo tardi.–

Vorrei un lampo di luce serena che rischiarasse questa vita oppressa!...

Attendo una Sua lettera.–

Ella sa che il lavoro non mi è d'impiccio.– Sia preciso nelle Sue domande; sia esatto nei suoi voleri.-

Io obbedirò.–

La saluto con tutto l'affetto e mi confermo

il Suo Devoto

= Mascagni =

P.S.– Ho saputo che Ella non ha risposto ad un telegramma da Pesaro che Le chiedeva la Sinfonia del Guglielmo Tell da eseguirsi in questo teatro Rossini.– Io mi sono compiaciuto di questo Suo silenzio, perché agli occhi miei rappresenta una protesta contro i maligni che vorrebbero dimostrare che a Pesaro si può eseguire la musica sinfonica anche senza il M° Mascagni.–

Ora so che si preparano delle serate con grandi esecuzioni orchestrali; e so anche che si chiederà a Lei il permesso di eseguire delle sinfonie o dei pezzi sinfonici di Wagner.

Le sarei gratissimo se, impedendo tali esecuzioni, impedisse uno sconcio indicibile contro la mia persona che ha dovuto sopportare dolori infiniti.– Saprà poi tutto quello che oggi non voglio dirle per non avere l'aria di influenzarla di troppo.– Grazie! –

Trascrizione di Archivio Ricordi


Tipologia lettera
Sottotipologia lettera
Scrittura manoscritto
Lingua italiano

Medatadati Fisici
Nr. Fogli 2
Misure 180 X 110 mm

Lettera titolo LLET010806