Caro Tito!

Da casa, 15. Luglio.

Il rinomato poeta Gazzoletti pubblicò qualche mese fa un’affettuosissima Canzone, consacrata ai Fratelli Triestini e Istriani. Quella poesia ebbe grand’eco, principalmente in quelle terre tuttora schiave, dove se ne diramarono migliaia di esemplari. Io tentai di vestirla di note, e mi dicono che vi sia riuscito abbastanza lodevolmente. La scrissi pel tenore Negrini, che ne aggradì la dedica e si propone eseguirla, ed una volta stampata, di farla penetrare nelle provincie venete ed istriane.

La bellezza della poesia, la grandezza e la popolarità dell’argomento, il nome chiarissimo del poeta e quello non meno celebre del Negrini dovrebbero assicurare il buon esito della pubblicazione.

Pertanto io bramerei vederla uscir fuori dal tuo Stabilimento. Importerebbe, mi pare, da 14 a 18 lastre di musica, alle quali converrebbe premettere la semplice poesia. Il frontispizio vorrebbe essere decorato da una bella vignetta, o rappresentante l’esule poeta, ovvero lo sbarco di Garibaldi sui lidi dell’Istria, od altra allusione che paresse meglio convenirti. Io dal mio canto chiedo un compenso di lire italiane 500, metà al momento, metà p.e. in Ottobre; più qualche copia, due delle quali in carta velina.

Domani passerò da te per una risposta, che mi lusingo possa essere affermativa. Intanto abbracciandoti, ti stringe la mano cordialmente il

Tuo Aff. ^mo

A. Mazzucato

Filippi conosce questa mia composizione.