Preg° sigr Giulio.
5. Giugno 76.
Lecco. –
Ella mi avrà per iscusato se partii quasi insalutato ospite, ma ne fui obbligato per molte circostanze. Nel nuovo alloggio che ho preso a Barco mi trovo abbastanza bene, e le tende del mio studio sono già piantate; manca il solo pianoforte che spero di trovare oggi o domani. Da jeri ho ripigliato il lavoro, rapporto al quale attendo il restante da Boito, cioè la chiusa del duetto Barnaba ed Enzo che si prestasse ad essere più cantabile pel Tenore, e a finire diversamente. Se come le dissi altra volta Barnaba occultasse ad Enzo il mestiere che esercita e gli dicesse: lo saprai un giorno verrebbe ancor meglio una Cabaletta o un Canto senza tante maledizioni. – Io credo poi che l’Aria del Basso trasportata in principio dell’Atto 2do, andrà meglio, ma bisogna mettere qualcosa anche a Barnaba. A quest’ora poi credo che la nuova Romanza di Laura sarà fatta. Mi spedisca qualunque cosa all’indirizzo Lecco per Barco – Allorquando io avrò finito spedirò i libri assicurati – Non dubiti che io lavoro, e come può credere desidero più di Lei che lo spartito sia stampato prestamente. Tante cose per parte di mia moglie anche alla famiglia. Ci dia notizie del suo Tito che voglio credere ristabilito. Mi saluti Boito, e in attesa di sue nuove, passo a salutarla cordialmente, e ripetermi con distinta stima e amicizia
di lei dev°
A Ponchielli