Data: 13/5/1876



Luogo: Milano

ID: LLET013337




Gentilissimo sigr Giulio.

13/5 76 Milano.

Le confermo ciò che le dissi nel telegramma, coll’aggiungerle che da qualche giorno sto di pessimo umore; non mi sento troppo bene, causa fors’anco questa scellerata stagione, – e perciò niuna volontà di muovermi. – Vidi già altra volta il Cortile del Palazzo Ducale ma questo secondo me non giova a poter suggerire un mezzo proprio sicuro per terminare l’Atto 1° della Gioconda con effetto, cessando l’azione – Facciamo anche la Mascherata – la responsabilità della musica raddoppia, ma i miei sforzi possono nuovamente tornar vani, anche per il dubbio che il coreografo non corrisponda – cosa facilissima ad accadere anche a Manzotti stesso, con tutta la sua buona volontà, e il suo buon gusto – Più avanti le dirò cosa avrei pensato in proposito – Cerco, – e cercherò un nuovo canto sotto al parlante dell’Atto 3.° abbenché ho la convinzione che questa scena non susciterà mai applauso. Fosse in un dramma sì. –

In un melodramma, il pubblico in massa, il pubblico di tutti i teatri vuol sentire la musica, la melodia, invece qui l’elemento principale è il parlante – l’accessorio è internamente ed è ciò che vorrebbe capire il pubblico ma resta distratto dal parlante, interessantissimo, ma per lui sono parole. Ecco perché io temo non sarà mai applaudito, anche posto con un canto a figure larghe, a modulazioni meno istantanee. È questa la mia convinzione, mentre nello stesso tempo ascolto persone intelligenti come lo può essere Mazzuccato, Boito, Lei, e perciò propendo anche per cambiare, ma ho poca fede nella riuscita. – E a proposito di cambiamenti io farei un’altro Coro d’Introde ma con altri versi, altro metro – anche più breve. – Io non credo che anche colla scena corta in principio all’Atto 3° L’Aria del Basso possa far effetto – Sarà colpa dell’interpretazione ma io ritengo che anche eseguita da una vera celebrità (che non esiste) come cantante e come attore non darebbe alcun risultato essendo spezzata – fors’anco non è riescita la musica – Ma io propenderei per farne un’altra di genere quasi comune e in principio all’Atto 2do – Una scena corta – una Camera nel palazzo dogale nel punto che Alvise riceve il plico di Barnaba – Rapporto poi a questo personaggio levando il monologo cosa resta al Baritono? altro che la barcarola. Non è troppo poco? Complessivamente capisco che non è il caso di aggiunger pezzi ma pensiamo che la parte non è anche la più simpatica … Senta un po’ Boito in proposito. – Levando dunque l’Aria a Alvise nell’Atto 3.° verrebbe invece la Romanza di Laura, non è vero? s’intende un’altra. Mio Dio! Lei dirà: quanti cambiamenti! Purché dovessero portare buon frutto, a me non importa nulla il farli. Se però in caso diverso a Lei adesso preme presentare l’opera completa in qualsiasi modo, decida come vuole –

Sento notizie eccellenti relative alla prova generale del Mefistofele, e io non solo desidero, ma presagisco un sicuro trionfo. Perciò la prego di anticipare i miei rallegramenti a Boito, di salutarmi Faccio e il sigr Gallo. A Milano poi mi dirà cosa avrà deciso quest’ultimo rapporto all’Autunno, più gli intendimenti di Boito per la Gioconda. Io ho speranza che le modificazioni dimostrate, possano giovare, rapporto poi a quelle accorciature e aggiunte di battute, è cosa subito fatta.

Chiuda un’occhio se le ho scritto un po’ scrofoloso, e col desiderio di vederla ben presto, le stringo la mano ripetendomi

di lei dev° e aff°

A Ponchielli

Tante cose per parte di mia moglie

[prosegue con LLET013405]

Trascrizione di Pietro Zappalà - Centro Studi Ponchielli di Cremona


Tipologia lettera
Sottotipologia lettera
Scrittura manoscritto
Lingua italiano

Medatadati Fisici
Nr. Fogli 1
Misure 211 X 136 mm

Lettera titolo LLET013337