S. Lazzaro di Parma
13 settembre 1922
Egregio e caro Commend. Clausetti,
ieri avevo detto di mandarle la bozza dello spartito di D. e J., ed Ella si sarà un poco stupito non abbia mantenuto la promessa, e forse l’avrà attribuito a smemorataggine. Ma no: ho poi pensato che per poter fare quelle modificazioni che Le avevo menzionato, avevo bisogno di rivedere lo spartito, e perciò me lo son portato via.
Ma ora glie lo rimando, ed Ella potrà trasmetterlo subito al Maestro Toscanini, al quale pure scriverò a proposito delle modificazioni. Le quali sono poche, e facilmente riportabili su le lastre già incise.
A pag. 122: togliere l’indicazione «Uno solo» nella riga dei Bassi, ultima battuta.
A pag. 123: togliere l’indicazione «(4)» ai Baritoni, 2a battuta, e aggiungere tutta la parte di cui mando il manoscritto al Maestro, dopo che questi l’abbia approvata.
A p. 124, battuta 2a, sostituire alle note [esempio musicale: si veda l’olografo] della parte di Dèbora, queste altre [esempio musicale: si veda l’olografo].
E non v’è altro.
Spero che la Signora Toscanini stia già meglio. In ogni modo gradirei averne notizie anche da Lei, quand’Ella mi scriva.
Noi dovremo rimanere qui sino a lunedì mattina, perché abbiamo ricevuto ora una lettera della donna di servizio che ci dice essa non potrà essere a Firenze prima di quel giorno. Ne approfitterò per lavorare alle due liriche petrarchesche già abbozzate.
Ieri seppi, a Milano, che Mainardi era tornato in città. Gli ho mandato a dire, da Nino Rossi, di portare in Casa Ricordi, all’indirizzo di Lei, la parte di Violoncello della Sonata per V.cello e Pforte. Da Firenze io manderò – se Ella mi scriverà una parola definitiva riguardo all’acquisto di quella mia opera – la parte del pianoforte.
Se non equivocai, la proprietà della Sonata sarebbe ceduta dunque alle seguenti condizioni: premio di lire 5000, e 10% sul prezzo di copertina di ogni copia, detratte le prime 100 copie; e questa percentuale pagabile subito, sul numero delle copie stampate come prima edizione (escluse, sempre, le prime 100 copie).
Non le scrivo d’altro, per oggi, perché desidero scrivere anche al Maestro, e spedire nel pomeriggio lettere e spartito.
Perdoni la fretta. E voglia gradire, coi saluti dei miei figlioli, i saluti più sinceramente affettuosi del Suo
Ildebrando Pizzetti