Pesaro 19 aprile 1917

Carissimo don Carluccio - avevo deciso di trovarmi costà ai primi della ventura settimana ma in base alla vostra cartolina dovrò modificare certo i miei piani. Tuttavia io mi terrò pronto ad un vostro cenno. Siate dunque tanto gentile di volermi scrivere quando il sig. Tito sarà di ritorno da Roma.
Ho ricevuto stamane anche la vostra buona lettera della quale vi sono gratissimo. Vi confesso che non ho molta fiducia di riuscire ad ottenere dal nostro amico Adami ciò che non ha potuto ottenere finora – e non so perché! – la Ditta Ricordi. Tuttavia gli scriverò oggi stesso, e nei termini più cordiali, e vi terrò poi informato sull'esito delle mie richieste. Non capisco però come il nostro amico e collaboratore abbia potuto montarsi o smontarsi... a tal segno: dopo tutto alle piccole doccie fredde del sig. Tito egli dovrebbe essere abituato; io da parte mia poi, nulla ho fatto per portarlo a un tale grado di montatura o smontatura... Credo che venendo io a Milano tutto ritornerà a posto meglio di prima. E così sia, dunque. In attesa di due vostre righe vi invio i saluti della mia signora anche per tutta la vostra famiglia. Io vi abbraccio come il sempre vostro

affmo Zandonai