Pesaro 18 febbr. 1919.

Caro Clausetti - spedisco oggi alla Ditta in due pacchi divisi lo spartito di Francesca e il volume della traduzione francese di Hérelle. Come voi potrete constatare esaminando lo spartito non c'era una battuta della traduzione a posto. Il Vaucaire ha compiuto il suo lavoro partendo dal concetto che al numero delle note sia <sia> sottoposto un numero uguale di sillabe senza curarsi degli accenti. Da ciò ne è uscito un orrore al quale credo di aver rimediato con un sacco di pazienza e di lavoro. Lo sbaglio è stato quello di non avere affidato il compito al musicista stesso di applicare alla musica la perfetta traduzione dell'Hérelle. Il lavoro sarebbe stato compiuto senza sforzo alcuno come voi potrete constatare da due scene che nello spartito sono tagliate e delle quali il Vaucaire non si è curato punto.
E a proposito di taglî ne ho trovato uno nell'atto 4o che mi ha fatto arricciare il naso perché da me non è mai stato autorizzato e precisamente quello delle prime due scene. Per non parere intransigente posso ammettere che il taglio si compia nei teatri dell'estero (in Italia, no!) dove si vuol abbandonare il teatro alle 23 precise; non ammetto in nessun modo però, che quelle due scene siano soppresse dallo spartito.- Altrettanto dicasi del taglio assurdo fatto a pag. 144 del 2o atto fatto forse per elemosinare dal sig. Pubblico 2 cent. di più di successo all'atto 2o. Dio mio, non mi pare che sia il caso di darsi a questa elemosina trattandosi di un'opera che ormai ha avuto dai migliori teatri il più felice battesimo.- Siete della mia opinione? lo spero.- Vi prego, incisa questa traduzione[,] di farmi mandare le bozze di stampa nelle quali potrei trovare ancora qualche piccolo sbaglio.-

Saluti affettuosi dal vostro

affmo Zandonai