Data: 13/2/1920



Luogo: Pesaro

ID: LLET015462




Pesaro 13 febbr. 1920

Caro Valcarenghi - ieri ho ricevuto lettera dal Rossato. Dalle idee che egli mi espone trovo che siamo perfettamente d’accordo sul modo di costruire il nuovo libretto. Sopratutto sono lieto che sia stato abbandonato il proposito di impostare Giulietta e Romeo a piccoli quadri. Desidero la linea ampia e decisa come questo soggetto comporta. Ma scriverò allo stesso Rossato in proposito, perché credo sia utile, anzi indispensabile, un accordo perfetto specie per quello che riguarda lo schema scenico del lavoro.

Le mie idee circa la Via della finestra atto 2o sono queste: credo assurdo ed inutile rifare questo atto incriminato dalla critica più che dal pubblico, 1o perché tutto quello che si volesse fare rimarrebbe sempre una appiccicatura di fronte al soggetto che è già esaurito negli atti 1o e 3o; 2o perché l’atto contiene le più belle pagine di musica di Via della finestra alle quali non intendo di rinunziare; 3o perché preferisco che l’atto scadente della commedia rimanga il IIo. L’amico Adami si metta l’animo in pace anche perché la verità è che il pubblico si diverte anche ad ascoltare questo atto così stupidamente storpiato dalla nostra critica idiota: la quale ha preso la triste abitudine di accoppare il librettista quando il musicista riesce a mantenersi in piedi malgrado i suoi attacchi assassini. Avverrà della Via quello che è avvenuto di Francesca: il povero 2o atto di quest’opera, tanto malmenato dalla critica, forse perché incompreso dal pubblico, e perfino affettato come una mortadella di Bologna da un ex-editore che si chiamava Tito Ricordi, piace oggi quanto gli atti 3o e 4o. È che il pubblico si è evoluto un poco e che il giudizio della critica stessa è emesso con maggiore serenità e quindi giustizia.

Nessun mutamento quindi alla Via della finestra, opera che se dovrà andare andrà con tutti i suoi pregi e difetti. Cioè no: un mutamento si impone e questo lo dovete fare voi Editori: tanto lo spartito che il libretto<,> portano stampato in prima pagina “opera giocosa”. Questo aggettivo che è assolutamente improprio, e che nel mio manoscritto non deve esistere, ha completamente deviato, a Roma, l’aspettativa del pubblico e della critica con nostro grave danno. Tutti quanti si sono trovati disorientati alla prima audizione dello spartito e specie i critici ne hanno fatto una tiritera degna della loro mentalità... Occorre <che> mutare: al posto di commedia giocosa si stampi commedia musicale come io ho definito l’opera in fronte alla mia partitura. Così i signori Critici potranno catalogarla senza uno sforzo immane (!) e il pubblico non andrà a teatro disposto a prendere un’indigestione di risa...

Ed ora alla lettera del sig. Carré che mi è giunta oggi e che mi lascia molto perplesso. Non è, intendiamoci, che io mi rifiuti ad una modificazione che possa rendere il libretto di Conchita più soddisfacente al pubblico, tutt’altro! Non mi sarei mai immaginato, semplicemente, una soluzione così tragica come quella proposta dall’illustre sig. Carré. Soluzione che non ha nulla a che fare col carattere dell’intera opera e tanto meno col romanzo del Pierre Louys. Io prego ilo sig. Carré di proporre di meglio; perché se lo scioglimento dell’azione di Conchita, così com’è, gli sembra banale io trovo che la modificazione che egli propone è addirittura pazzesca!.. Non sarebbe il caso di interpellare il Pierre Louys? Pensateci. In ogni modo prima di amputare il finale 4o di questa mia opera, che è bello e riuscito[,] troviamo per sostituirlo una soluzione che librettisticamente porti un sicuro vantaggio all’intero lavoro.

Abbiatevi, caro Valcarenghi, i saluti di mia moglie e la stretta di mano affettuosa dal vostro affmo Zandonai

 

Trascrizione di Diego Cescotti - Biblioteca Civica di Rovereto
Opere citate
Giulietta e Romeo

Tipologia lettera
Sottotipologia lettera
Scrittura manoscritto
Lingua italiano

Medatadati Fisici
Nr. Fogli 1
Misure 180 X 135 mm

Lettera titolo LLET015462