Trieste 4 marzo 1923.

Carissimo don Carluccio - vi sono tanto, tanto grato della vostra lettera! Vedo con sommo piacere che condividete il mio interessamento per il libretto di Gösta e ciò mi garantisce che Rossato porterà a fine quanto prima questo lavoro. Domani arriverà costà l'amico Nicolino e avrete agio così di guardarvi insieme i due atti scritti che salvo piccole modificazioni mi sembrano assai riusciti.

Qui la situazione è un po’ strana - Il teatro Verdi si regge con qualche recita di Mefistofele perché alla <alla> prova generale del Tannhauser sono stati protestati tenore e donna. Ora l'impresa – mentre attende il tenore Maestri, in sostituzione dell'altro, che non sarà libero, però, che dopo il concerto italiano dell'Augusteo – spinge per andare in scena con Giulietta. Io sono già a buon punto con l'orchestra e la compagnia ma i cori sono ancora immaturi e le scene dell'opera sono ancora... in viaggio. Tuttavia si spera di poter andare in scena sabato prossimo essendo l'impresa disposta a tenere chiuso il teatro tutta la settimana. Così dopodomani comincierò le prove di scena con gli artisti.

Stando le cose a questo punto dovrei pregarvi di partire subito appena avrete ricevuto questa mia; ma so già che non potete partire e mi rassegno all'enorme lavoro di questi giorni non senza assicurarvi, però, che se per una combinazione qualunque voi poteste lasciare Milano e raggiungermi mi fareste un enorme regalo.

Gli artisti sono tutti buoni. La Dandolo sarà un'ottima Giulietta per voce e per figura. Campioni va molto bene, anzi, ritengo che sarà il migliore interprete di Romeo che io ho avuto sino ad ora.- Dunque, coraggio!!-

Porgete alla famiglia Valcarenghi i miei augurî.-

Dite al buon Nicolino che gli scriverò domani e che in ogni modo tenterò l'esperimento che egli mi suggerisce.-

Tante cose da mia moglie, e un affettuoso abbraccio dal vostro

aff^mo Riccardo

Ho ricevuto le partiturine speditemi da Guido. Le ho tanto gradite e ringrazio la ditta e anche lo speditore.