Data: 4/12/1926



Luogo: Pesaro

ID: LLET015636




[4. 12. 1926]

Ai sigri Gerenti della Ditta Ricordi
            Milano
Cari Amici - Rossato mi aveva già comunicato la vostra impressione su Giuliano che ora vedo meglio espressa nella vostra in data di ieri. In fatto di impressioni tutte le discussioni mi sembrano inutili; tuttavia io mi permetto di non condividere il vostro giudizio quando chiamate “di eccezione” il libretto dei “Cavalieri” e dello stesso “Giuliano”. Poiché in essi di eccezionale e di strano non c’è proprio nulla, non vi sembra che sarebbe stato più esatto e più simpatico l’aggettivo di “poco comune”? il quale aggettivo avrebbe potuto almeno rendere soddisfazione al mio gusto di artista, che al contrario di quello che si fa oggi, in genere, tutto sacrifica all’educazione del pubblico e niente concede alla bottega dell’arte? Ma non divaghiamo.
Voi chiedete a me di musicare un soggetto più commerciale “in rapporto allo svolgimento della mia carriera artistica” che – speriamo – fra 30 o 40 anni si sarà meglio consolidata...; ma il soggetto dove trovarlo? Voi mi parlate come se aveste una ricetta sicura per il successo, mentre io in 20 e più anni di lavoro e studio, ho imparato soltanto questo: che trovare un libretto che entri immediatamente nel favore del pubblico vuol dire vincere un terno al lotto. Se voi mi sapeste dare i numeri di codesto terno sarei ben lieto di giuocarli e al più presto!
Intendo dire con questo che nessuno mai ha potuto dettare la famosa ricetta del successo e che nel teatro le cose più strane possono andare, mentre le più belle, le più solidamente costruite, hanno quasi sempre rallentato il cammino da forze misteriose che non si spiegheranno. Il passato delle opere più gloriose è testimonio di queste mie asserzioni. E a questo proposito non credo inutile di rammentare a voi, miei Editori e mici, quanto mi sia stata ostacolata da tutti la scelta del libretto che oggi è considerato il più teatrale fra i miei lavori: quello di “Francesca”. Tutti me lo sconsigliavano come la mia morte sicura. Due sole persone hanno condiviso la mia fede: Tito Ricordi e il Comm. D’Atri. Siano benedetti!-
Come vedete, la fede nell’arte – come nella vita – può creare delle buone cose...
Ma io vi parlo di fede mentre voi – nella vostra lettera – mi fate dei discorsi “esclusivamente pratici”.
Torniamo alla praticità.
Io musicherò Giuliano per me, in attesa che voi troviate il soggetto commerciale consone ai vostri intendimenti che possa precedere quest’opera che scriverò con pari intendimenti di artista. Naturalmente, al punto in cui siamo, non mi sembra il caso di parlare di contratti i quali creerebbero soltanto dei legami senza nessun vantaggio. Io mi auguro che presto possiate darmi buone notizie e in questa speranza vi invio i miei più cordiali saluti.
Vostro affmo Zandonai

Pesaro, 4 decembre 1926.

P. S. Invece di cercare fra i vecchi drammi incartapecoriti perché non riflettete su i famosi “Zoccoletti” da trattare nel modo più semplice e modernissimo? È un’idea che mi viene dalla simpatia che io ho sempre sentito per quel piccolo, delizioso dramma intimo. Fatene il conto che credete.
 

Trascrizione di Diego Cescotti - Biblioteca Civica di Rovereto

Tipologia lettera
Sottotipologia lettera
Scrittura manoscritto
Lingua italiano

Medatadati Fisici
Nr. Fogli 3
Misure 275 X 210 mm

Lettera titolo LLET015636