Data: 28/2/1930



Luogo: Pesaro

ID: LLET015729




Ai Sigri Gerenti della ditta G. Ricordi e C.
                Milano
Cari Amici - appena giunto qui, stamane presto, ho ricevuto il vostro espresso nel quale mi parlate dell'affare d'America.
I vantaggi del sig. Da Rosa, erano stati già da me considerati prima di rispondere al vostro telegramma.- Nel 1921-22 l'impresa Mocchi, che allora gestiva il Colon di Buenos Aires, mi fece una proposta press'a poco uguale a quella del Da Rosa ma con un'offerta pecuniaria un po' superiore. Anche allora rifiutai il viaggio d'America. L'America è sempre molto lontana; non è il paese in cui si vada a fare l'arte, ché l'arte meglio è farla in Italia fra le quattro muraglie delle nostre case modeste ma care.- Varcare l'oceano senza un adeguato compenso finanziario può essere gradito a chi è disoccupato o non sa trovare in patria un pane che lo sfami. Questo non è il mio caso.- Quando voi asserite – sempre in nome del rappresentante del sig. Da Rosa – che dopo il viaggio le mie occupazioni e i miei affari possono diminuire voi dimenticate un poco che prima di essere direttore d'orchestra io sono stato autore, e che la mia attività di autore può ricominciare quando appunto il lavoro di direttore finisce... Non posso asserire purtroppo che le fatiche della composizione fruttino lauti compensi, ma per quanto i tempi siano tristi nemmeno oggi si vive di solo pane, perché se così fosse le porte editoriali potrebbero chiudermi [sic] per metà... e forse per due terzi... e forse del tutto!..
Per concludere: non andrò in America finché gli impresari di oltre oceano non si saranno convinti che la mia testa vale quanto quella di un discreto cantante. (Più modesti di così non si può essere, vi pare?) Non andrò in America finché non mi si offrirà un compenso che sia degno di quanto io posso rendere nella mia duplice veste di autore-direttore.
Credete che la mia richiesta non è per nulla esagerata; e se il sig. Da Rosa non vorrà proprio accettarla la rinchiuderò nel cassetto della mia scrivania al posto (vuoto!) dei titoli più redditizî, ben certo che fra non molto potrò rimetterla in luce con degli interessi non indifferenti.-
Sono ritornato stamane da Roma dove ho assistito, martedì scorso, ad una magnifica esecuzione di Conchita. Fatta astrazione dalle scene di Pieretto Bianco ­ che sono molto belle ma che nulla hanno a che fare con lo spirito dell'opera – la parte musicale è resa con grande efficacia. Marinuzzi ha dato tutta l'anima sua a questa esecuzione degna veramente di un grande teatro qual<’>è il Reale.- La Torri molto bene. È una vera artista della scena e dati i suoi mezzi vocali un po’ limitati ha fatto miracoli. Bene pure il tenore Battaglia che ha voce bellissima.- Il pubblico bello anch'esso ma tanto imbecille! Ha molto applaudito ma non ha capito un accidente.- L'opera ha un solo difetto: è ancora troppo giovane! Male per me, autore; bene per voi, Editori!..
Abbiatevi i miei affettuosi saluti e credetemi vostro
affmo Zandonai


Pesaro, 28 febbr. 1930.
 

Trascrizione di Diego Cescotti - Biblioteca Civica di Rovereto
Opere citate
Conchita

Tipologia lettera
Sottotipologia lettera
Scrittura manoscritto
Lingua italiano

Medatadati Fisici
Nr. Fogli 2
Misure 275 X 222 mm

Lettera titolo LLET015729