Roma, il 24/VIII/[19]43.

caro Commendatore,

ho appreso ieri la catastrofe che ha colpito la Casa, e non ho a dirLe quanto sia di cuore accanto a Lei in questo triste momento. Per quanto sia duro il colpo, la Casa però è forte e saprà resistere e risorgere da tanta rovina. In caso contrario, si dovrebbe proprio rinunziare a credere ad una qualsiasi giustizia umana.

Mi dicono che tutto è andato distrutto, ma non si hanno qui maggiori precisioni. Se Le fosse possibile di farmi sapere che cosa eventualmente si [è] potuto salvare di mio (ed in particolare l’autografo della partitura d’orchestra della Donna serpente del quale non possiedo nessuna copia!) Le sarei profondamente grato. Non è poco quello che la Casa aveva pubblicato di mio, ed Ella comprenderà la mia ansia.

La ringrazio anticipatamente e La prego di credere alla mia più affettuosa e devota amicizia.

Suo

Casella

(via G. Nicotera, 5, Roma.)