Data: 13/9/1945



Luogo: s.l.

ID: LLET019487




13 Settembre 1945
 
Preg. Sig. M°. Luigi Ferrari-Trecate
Direttore del R. Conservatorio “A. Boito”
PARMA
 
Caro Maestro,
Abbiamo ricevuto la Sua gradita dell’8 corr.
 
Già il pianista Benedetti Michelangeli ci aveva scritto favorevolmente dei Suoi pezzi per pianoforte. Sarà bene che Ella ci invii subito il manoscritto dei “Riflessi lagunari” che, da quanto ci scrive, sono quelli immediatamente richiesti per l’esecuzione. È più che probabile che, dopo averli esaminati, ne accetteremo la pubblicazione; ma prima di prendere l’impegno una “occhiata editoriale”al lavoro è sempre necessaria, anche se nel caso Suo non si tratti propriamente di esprimere un parere. L’importante è che Ella procuri di farci avere la musica al più presto, perché, se il Benedetti Michelangeli inizia i suoi concerti nel prossimo Novembre, non c’è tempo da perdere.
 
Non consigliamo di pubblicare le tre Suites come facenti parte di un’unica raccolta, tanto più che il legame che le unisce è probabilmente piuttosto tenue, come ci vien dato di credere dalle letture dei titoli e sottotitoli, si può quindi sacrificarle [?] i criteri pratici che consigliano di pubblicare le Suites indipendentemente fra loro. Comunque Ella, autore, dovrà naturalmente decidere.
 
Quanto al suo nuovo lavoro teatrale “Buricchio”, per l’amicizia che ci unisce, vorremmo poterLe dire subito che ne accettiamo senz’altro la pubblicazione, ma purtroppo non ci è dato farlo. Prescindendo dalla situazione speciale in cui si trova attualmente la Casa, intanto rifare quanto è andato distrutto, quelle opere già da noi pubblicate che ancora attendono il varo – fra le quali il Suo Orso Re - è oggi per noi assolutamente necessario, prima di assumere la pubblicazione di nuovi lavori teatrali, vedere un po’ più chiaro nella intera situazione teatrale italiana. Non possiamo infatti continuare a pubblicare opere nuove, se la loro sorte deve seguitare ad essere quella che è stata fino ad oggi, e soprattutto nell’ultimo decennio: opere nuove che, indipendentemente dal loro valore e dal giudizio del pubblico o della critica, si fermavano al terzo, secondo, quando non al primo teatro: opere nuove che non trovavano posto nei cartelloni, per il solo fatto che non sono più primizia: opere nuove relegate in fondo di stagione, eseguite con tre magre recite, eppoi messe via definitivamente, nonostante la nostra premura per sollecitarne le riprese. Perché il teatro possa vivere, perché noi editori possiamo continuare a fare il nostro mestiere, è necessario che questa situazione muti, e che quando un lavoro ha ottenuto un successo di pubblico, come il suo Ghirlino, il teatro non esiti a riprodurlo nella stagione successiva, e che gli altri enti o imprese che siano, invece di cercare di contrapporre a quel successo il successo di un altro lavoro o di un altro attore si sentono invece stimolati a mettere in scena proprio il lavoro che ha avuto esito felice in un altro teatro. In altri termini, noi editori non possiamo continuare a provvedere i teatri di primizie perché questo è divenuto oggi un mecenatismo terribilmente costoso, ma ci occorre che, almeno alcuni tra i molti lavori teatrali pubblicati, prendano una buona volta la strada maestra e camminino un po’ per il mondo.
 
C’è da augurarsi che la nuova situazione politica italiana rinneghi i sistemi livellatori che hanno avvelenato il teatro lirico italiano durante tanti anni, allora soltanto verrà data al pubblico la possibilità di scegliersi i propri autori, e si vedrà una buona vuola quali sono le opere vitali contemporanee. Ma fino a quando questa nuova situazione non si delinei con chiarezza, noi dobbiamo necessariamente procedere con la massima cautela e attendere.
 
D’altra parte non siamo completamente convinti, a prescindere dalla considerazioni di carattere generale che facciamo più sopra, che sia conveniente fare uscire, a così breve distanza fra loro ben tre opere per i piccoli. Ella definisce i tre lavori un “trittico”, e questa definizione, in senso lato, è esatta. Praticamente però si tratta di tre lavori distinti, del medesimo genere fiabesco, destinati al medesimo pubblico, che rischiano di farsi concorrenza fra loro. Anche l’Orso Re, a ben considerare, è uscito a troppa breve distanza dal Ghirlino, anche indipendentemente dagli avvenimenti bellici, sarebbe forse stato meglio confermare il suo cuccesso iniziale, con un seguito di veri teatri, prima di uscire con un secondo lavoro fiabesco.
 
Per concludere, non [***], caro Maestro, una risposta positiva, ma nemmeno negativa. Desideriamo soltanto rinviare la nostra decisione anche nell’attesa che intanto vada in scena il suo Orso Re che, ci auguriamo, abbia così ad iniziare una carriera lunga e felice.
 
Le inviamo i nostri migliori saluti.
 
P.S.: per quanto concerne la correzione a pagina 123 dello spartito dell’Orso Re, parte di Masolino, sta bene: provvediamo a sostituire (anche nella partitura) il Fa diesis col Mi che era segnato.
Trascrizione di Alessio Benedetti
Tipologia lettera
Sottotipologia lettera
Scrittura dattiloscritto
Lingua italiano

Medatadati Fisici
Nr. Fogli 2
Misure 280 X 220 mm

Lettera titolo LLET019487