14. 9mbre 84

Egregio Commendatore

Avrei voluto scriverle da un certo tempo, ma la terribile epoca, epoca di terrore e di morte mi ha quasi direi non fatta vivere; per me non è stata esistenza, ma lenta e dolorosa agonia. Ora grazie al Cielo, pare che il terribile flagello sia cessato, e che la nostra ridestata Napoli ritorni al suo brio e gaiezza.

Pare che Lei siasi del tutto dimenticata di me.

Ad onta che lei non mi ha dato più sue nuove ho cercato sempre sapere lo stato della sua salute. Perché non ha risposto alla mia lettera? E’ in collera meco, e perché?

Ha ricevuto la mia Estasi Malinconica e ne accetta la dedica? Ha creduto forse fossi morta di Cholera? Sono molto addolorata perciò e non glielo posso nascondere; desidero presto un suo riscontro, e questa volta mi auguro che Lei sarà gentile aderire a questo mio giusto desiderio.

Ho studiato molto e quando sentirà le mie nuove cose vedrà quanto mi sia avanzata. Questo lo debbo in parte a Lei che con la sua benevolenza e spinta mi ha incoraggiata sull’Arte; le assicuro che le sarò sempre grata per quello che ha fatto per me e non potrò mai dimenticare i suoi modi gentili a mio riguardo. Voglio la sua protezione ha capito?

Spero nel Febbraio essere a Milano e ringraziarla col vivo della voce per la bella ed elegante edizione fatta alle mie povere cose.

In una nostra prossima tornata suonerò la Sua Barcarola per Pianoforte che a me piace tanto.

Attendo ansiosa un loro riscontro e la prego a volermi dare sempre la sua protezione e benevolenza.

In ultimo la prego ricordarmi alla simpatica Signora Erba e al di Lei consorte. A Lei poi una cordiale ed affettuosa stretta di mano.

Napoli 14 9bre Gilda Ruta

1884