Data: 2/12/1924



Luogo: Roma

ID: LLET006052




Roma, il 2/12/24

Caro Amico,

in viaggio di ritorno ho appreso la tristissima notizia, e tanto ho pensato a Lei, che deve aver così sofferto nel veder morire quell’uomo, cui volevamo tutti tanto bene. Creda che la mia affettuosa simpatia le fu sempre vicino col [cancellatura] pensiero in quelle fatali ore.

Ancora questo volevo dirle: non so a qual punto sia rimasta “Turandot”. Ma se la musica che manca fosse già sufficientemente abbozzata, e che non si trattasse che di strumentare ciò che Puccini ha lasciato, allora sono a disposizione vostra e della famiglia se me ne credete degno.
A presto rivederci, e creda alla mia fedele amicizia.

Casella

 

[Nota del trascrittore: La lettera di Alfredo Casella indirizzata a Casa Ricordi il 2 dicembre 1924 è stata segnalata nell’edizione dei Carteggi, primo volume del Catalogo critico del Fondo Alfredo Casella (Firenze, Olschki, 1992), e viene conservata in fotocopia nell’Istituto per la musica della Fondazione Cini di Venezia. Ma sinora il suo contenuto è rimasto lettera morta sia per gli studiosi di primo Novecento e della fin de siècle, sia per gli specialisti della cosiddetta «Generazione dell’Ottanta», come pure per gli esperti di Puccini. Il testo dell’originale, reso disponibile in rete dall’Archivio Ricordi, consente di formulare nuove ipotesi sul rapporto fra Casella e l’ultimo grande rappresentante della tradizione operistica italiana, alla quale aveva fornito, con Turandot, una partitura in linea con il modernismo musicale coevo. Casella, già allora in fase creativa di virata neo-classica, avrebbe poi commemorato Puccini con toni accorati nei «Musikblätter des Anbruch» (1, 1925, pp.  13-15), con un articolo tradotto in italiano nel suo 21+26 (Roma-Milano, Augustea, 1931, pp. 143-145). Stupisce qui l’estrema tempestività – la lettera è stata scritta tre giorni dopo la morte del Maestro – con la quale Casella si mette al servizio della causa di Puccini e di Casa Ricordi, che stampava le sue edizioni di musica pianistica, e avrebbe pubblicato postumo il Trattato d’orchestrazione, scritto con Virgilio Mortari (1950). Probabilmente il compositore torinese aveva ancora in mente la serata del 1° aprile 1924 a Palazzo Pitti a Firenze, da lui promossa quale tappa della tournée italiana del Pierrot Lunaire, dove aveva incontrato Puccini, venuto apposta da Lucca, insieme a Arnold Schönberg – il grande musicista austriaco rimase colpito da questo incontro, e ne scrisse al collega italiano a sua volta commemorando sor Giacomo. Non deve essere estranea allo slancio fervido di Casella verso l’ultimo Re del Melodramma, al di là della prevenzione più volte vantata verso il genere-opera (italiana in particolare) insieme ad alcuni colleghi (come Malipiero), anche l’idea di affiancare il suo nome a quello di un Maestro noto ed eseguito in tutto il mondo, ricreando armonie nuove fra diverse tendenze estetiche. L’amico a cui scrive l’artista era Carlo Clausetti, allora gerente di Casa Ricordi, che aveva assistito Puccini a Bruxelles nella sfortunata operazione alla gola. Questi decise peraltro di non avvalersi del suo apporto: il resto, da Alfano a Berio, è storia.]

Trascrizione di Michele Girardi
Persone citate
Giacomo Puccini

Opere citate
Turandot

Tipologia lettera
Sottotipologia lettera
Scrittura dattiloscritto
Lingua italiano

Medatadati Fisici
Nr. Fogli 1
Misure 270 X 210 mm

Lettera titolo LLET006052