Bianca di Savoia
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Caro Commre.
Milano (115)
24 – 3 – 928
Anno VI
Le sarò grato s’Ella vorrà aiutarmi a sorpassare un periodo assai triste della mia vita artistica.
Ella sa che i concorsi nazionali sono vinti dagli impresari, non dagli autori, quantunque non siano grossi affari nemmeno per i primi
Attendo a parecchi lavori di musica da camera, e dalla vendita di questi potrei trarre quanto mi basta per trascinare la mia pesante barca famigliare fino alla rappresentazione della mia opera premiata.
È un’odissea terribile la mia, di cui io solo sono il responsabile, e di fronte alla quale ho un solo merito, quello di aver sempre lottato sinceramente e anche serenamente.
Ma le forze potrebbero mancarmi.
Faccio appello al suo cuore e quello del Comm. Valcarenghi perché, sia pure con un lieve sforzo, vogliano cooperare alla mia resistenza.
Ho pensato di offrire alla Casa Ricordi una raccolta di sei liriche per canto e pianoforte. Quali condizioni mi potrebbero essere fatte?
Le sarò grato di una risposta in merito.
Accolga intanto insieme alla mia viva preghiera il più affettuoso saluto
Dev F Lattuada