Data: 24/4/1896



Luogo: Parigi, Francia

ID: LLET000179




Parigi, Hotel de Bade, Boulevard des italiens

24 Aprile 1896

Caro Signor Giulio,

A quest'ora avrete ricevuto, spero, la nuova deliberazione e la lettera Pouillet nel senso da voi desiderato. Della deliberazione Lobel aveva dopo molto cercare trovato anch'egli una copia ed io gli avevo già fatto osservare e correggere l'errore dei [130] anni. Lobel mi disse ieri l'altro o due giorni fa: ce sera fait dans la journée, e in questo paese bisogna dirlo, gli affari si fanno presto e bene.

Non così nel nostro paese dove il Ministero cominciò col delegare una persona che di diritto d'autore se ne intendeva quanto io di calcolo sublime, e poi, dopo di aver promesso al suo proprio delegato, a me ed all'ambasciatore Tornielli di mandare una delegazione anche a me, non ne fece nulla non ostante le reiterate sollecitazioni telegrafiche del Roux. Vi assicuro che nei primi giorni il povero Roux era veramente furioso contro il ministero e molto inquieto di se. Egli si trovava nuovo a tutte le questioni in mezzo a numerosi ed esperti delegati di tutte le altre nazioni, le quali ne avevano mandati chi cinque come la Francia, chi quattro come la Germania, chi tre come l'Inghilterra. Stava bensì col Roux anche il Cav.re Polano primo segretario della nostra ambasciata, ma anche il Polano ignora affatto questo ramo del diritto, né vi si interessa in alcun modo, né ebbe istruzioni dal governo. Egli intervenne alla seduta inaugurale, interverrà a quella di chiusura e sarà affare finito. Già prima che fosse nominato il Roux, il Conte Tornielli aveva, spintovi da accorte sollecitazioni cui non era estranea l'Association litteraire et artistique internationale, aveva dico, proposto al Ministero la nomina di Tito vostro e di me. Nominato il Roux, e saputo da questi che il Ministero avrebbe delegato anche me, egli riscrisse, sollecitando con urgenti insistenze la mia nomina perché il Roux gli aveva confessato di essere affatto ignaro in materia. Dal Ministero nessuna risposta. Tutte queste cose le seppi ieri l'altro dal Roux il quale mi lesse un suo memoriale diretto al Ministro e destinato a rimanere quale documento al Ministero e che si potrebbe voler pubblicato al bisogno, nel quale egli, dopo aver esposto lo stato attuale dei lavori si lagnava acerbamente di tale imprevidenza e di tale sconvenienza.

Io, come capite, non sollecito e non ambisco la nomina. Il Roux non fa un passo senza consultarsi con me. Ogni sua proposta è prima esaminata da me attentamente e sono io che ne rivedo i termini. Così fanno Souchon e Lobel i quali non partecipano ufficialmente alla conferenza ma ne sono i principali ispiratori.

Anzi a questo proposito vi dirò che Lunedì, ebbi un biglietto di Sardou che mi pregava di passare da lui. Ci andai ed egli mi domandò se fosse vero come annunziava il Figaro che il Governo italiano avesse aggiunto me ai delegati del mio paese. Risposi che i delegati stessi avevano sollecitato la mia nomina, ma che questa non era per [anco] arrivata.

  • Si elle arrive, n'acceptez pas. Moi aussi je m’étais plaint les premièrs jours de n'avoir pas été délegué par notre gouvernement. Le Figaro avait publié à ce propos un article assez fort. Mais MM. Pouillet et Souchon vinrent m'espliquer la chose: il ne s'agissait pas d'un oubli mais on avait jugé que la conférence reclamait surtout des juristes et je  dus en convenir. Cependant M Bourgeois [emu] par l'article du Figaro, me fit proposer à Zola et à moi une délégation en pleine forme. Je refusai sans le moindre  dépit. Il vaut infiniment mieux agir à coté de la conférence que d’en etre. Chaque pays ne dispose que d'un vote. Il est évident que ce ne sera pas le délégué adjoint qui votera et d’ailleurs il ne pourrait voter que dans le sens approuvé par ses collegues. Tenons nous à coté travaillons d'accord sur les délégues.

E così avviene che intorno alla conferenza ufficiale ci siano tante piccole conferenze che si tengono per lo più a pranzo ed a déjeuner, le quali sono come la molla secreta, la forza motrice delle sedute ufficiali. Souchon ha già fatto passare così, parecchi dei delegati forestieri, invitandoli sempre con Roux e con me. Così la questione della traduzione si è venuta allargando e risolvendo in un modo più che soddisfaciente [sic] ed io ho potuto indurre il Roux che era venuto avverso a qualsiasi estensione del diritto ad accogliere una formula che assimila interamente il diritto di traduzione al diritto originario. La formula adottata dispone che se entro i dieci anni dalla prima pubblicazione dell'opera se ne fece una traduzione autorizzata, il diritto di traduzione durerà per tale fatto, quanto dura il diritto d'autore. Come vedete è una notevole conquista anche sui 20 anni. Ben inteso con questa come le altre deliberazioni, non sono ancora definitive. Fin'ora è lavoro di commissioni e sarà tale ancora per sei o sette giorni. Ma si sa che una volta adottato in seduta di commissione un principio e la sua formula in seduta di conferenza non vi si propongono né tanto meno vi si introducono mutamenti. Così almeno vogliono le norme diplomatiche e così si crede che avverrà se pure gli inglesi, tenacissimi nella loro resistenza, non daranno uno strappo anche al galateo formalista della diplomazia. Ad ogni modo, io conterei di tornarmene a casa appena avrò aquistata la certezza che la conferenza ametterà il voto nel senso che voi sapete. Ho già lavorato, oltre al Roux, due o tre delegati francesi, i quali dal Pouillet in fuori, erano alquanto renitenti. Essi opponevano la differenza di legislazione nei diversi paesi e siccome dicevano è chiaro che la conferenza non può emettere un voto che riguardi la sola Italia, ne segue che non si può estendere il beneficio di un voto unico a legislazioni differenti. Risposi e li persuasi che si poteva benissimo formulare tale voto in termini generali che si possano applicare tanto ai paesi che si dipartono dalla prima rappresentazione dell'opera, quanto a quelli che si dipartono unicamente dalla morte dell'autore. Il voto deve riguardare una maggior durata del diritto, la quale potrà essere o di 100 anni dalla rappresentazione, o di 60 od 80 dalla morte . Ma la maggiore durata è applicabile ai due casi. Nel primo si serra per così dire il privilegio o la proprietà entro quella unità cronologica che è il secolo. Nel secondo la si estende alla presumibile durata di una generazione seguente alla generazione dell'autore.

Il più difficile a persuadere fu il [Burgrane?], uno dei delegati del Belgio, ottima e competentissima persona, ma già da suoi precedenti scritti, un po' compromessa in questa questione.

Tuttavia ieri, dopo un lungo colloquio mi parve di averlo persuaso. Per fortuna alla adozione dei voti non occorre l'unanimità, altrimenti l'Inghilterra e la Norvegia non ne lascierebbero [sic] certo passare uno simile.

Io conterei dunque di partire o Lunedì sera o Martedì. I fondi se ne sono andati e d'altra parte credo fermamente che fra due o tre giorni, su quei punti che più vi interessano il lavoro di commissione sarà terminato. Roux ha scritto al Ministero per la questione Pesaro, a cui ha promesso che appena a Berna se ne occuperà nel senso di eliminare per ora e per sempre ogni velleità di revoca. Ed io sono persuaso che l'appoggio del Roux sia di somma importanza. Se mai giudicaste opportuno scrivergli, ditegli pure che sapete da me quanto gli stia a cuore una tale questione e quanto già abbia fatto e si disponga a fare in suo favore. E se mai nella lettera vi riuscisse di accennare all'interesse che vi porta il Verdi, sarebbe ottima ed efficacissima cosa. Il Roux (Comm.re Luigi) è alloggiato al Grand Hotel. Tutti qui ed io primissimo, ci rallegriamo delle buone notizie del Tito.

Statevi bene. 

Vostro aff.

Giuseppe Giacosa

[traduzione del testo in francese: Se arrivasse, non la accetti. Anch’io mi ero lagnato i primi giorni di non essere stato nominato dal nostro governo. Il Figaro aveva pubblicato al proposito un articolo molto forte. Ma i signori Pouillet e Souchon vennero a spiegarmi la cosa: non si trattava di una dimenticanza, bensì si era ritenuto che la conferenza richiedesse soprattutto giuristi, e avevo dovuto convenirne. Tuttavia Monsieur Bourgeois, scosso per l’articolo del Figaro, fece proporre a Zola e a me una delega piena. Rifiutai sena il minimo rimpianto. E’ di gran lunga meglio agire sulla conferenza dall’esterno che farne parte. Ogni paese non dispone che di un voto. E’ evidente che non sarà certo il delegato aggiunto che potrà votare, e d’altra parte questi non potrebbe votare che nel senso approvato dai colleghi. Restiamone dunque all’esterno e lavoriamo di comune accordo sui delegati. ]

Trascrizione di Veronica Mondoni
Tipologia lettera
Sottotipologia lettera
Scrittura manoscritto
Lingua italiano

Medatadati Fisici
Nr. Fogli 3
Misure 200 X 125 mm

Lettera titolo LLET000179