Data: 10/1906



Luogo: s.l.

ID: LLET000228




[1906 = Ottobre]

[nota manoscritta di altra mano: Sempre in merito a la “Femme et le pantin” che divenne poi -Conchita – di Zandonai]

Carissmo Signor Giulio.

ho spedita la lettera facendola seguire - unita come postscriptum - da questa:

Caro Puccini - ho trattenuta la mia lettera scritta colla veemenza delle prime intenzioni e delle prime impressioni. E l'ho trattenuta nel dubbio che essa possa disanimarti o almeno scemare in te quella fiducia nel soggetto dopo tanta fatica da te scelto. Ma ho pensato alla tua fibra di artista la quale saprà veder bene non solo nel soggetto ma anche nella mia lettera e vedrà quanto c'è e in quello e in questa - e però te la mando solo aggiungendovi questa mia seconda come P.S..Naturalmente io continuo a pensarvi su; le mie impressioni rimangono ma molte mie riflessioni vengono a togliere qua e là l'asprezza alla insormontabilità di molte difficoltà. Mi ricordi che dopo avermi accennato lì per lì il soggetto tu mi dicevi che però c'era molto da fare; parlavi perfino di un viaggio in Spagna!...Vuol dire dunque che quanto io ti scrivo tu lo sentivi, tu lo sapevi già. Poi nel tuo teleg[ramm]a mi accenni pel dì 13 ad una seduta col Sigr Giulio...E troviamoci dunque! Perdio quando si sa dove è il pericolo si sa a priori evitarlo.

Io accumulo idee sopra idee! Se si riesce a cacciarvi dentro un po' di anima che giustifichi i due tipi - li umanizzi di più - li renda più logici, più evidenti, più comprensibili, più teatrali, siamo a posto! Come ti scrivo io continuo a lavorarvi col cervello! Ecco: si potrebbe far così: cominciare a =viser= il lavoro nel suo complesso; poi discuterlo quadro per quadro. Nel suo complesso il lavoro ci indicherà il peccato d'origine, ci guiderà così di per sé stesso in tutti i suoi quadri e dettagli e ci ajuterà egli stesso a salvarci poi da tutti i peccati veniali. Questo vuol dire che riflettendo io sento un dispiacere a staccarmi da un soggetto così ambientalmente e passionalmente affascinante.

Ma penso a Carmen dove parla la passione vera (la passione vera viene dal senso che accresce di violenza e di desiderio nel soddisfacimento; invece di estinguersi e appagarsi vi trova un fuoco sempre più veemente che fa ardere il sangue e mette in sussulto vene, polsi, corpo e anima!.. Così Mateo non è che il notajo Ferrand dei Misteri di Parigi di Sue -José invece è José e non altri! Meglio ancora José è noi. Almeno una volta nella vita noi siamo stati José!) penso a Carmen dove la carne palpita sempre e con tanta evidenza! E ti confesso che a questo pensiero m'impauro! E allora dico: Val la pena di rifare una Spagna per non arrivare più alti?..

Insomma uniamoci ancora insieme e combattiamo contro il soggetto la lotta già combattuta per Bohême, Manon etc....! Ho delle idee! Molte anzi mi vengono da Louÿs e questo mi dà a sperare che sapremo uscir fuori vincitori in nome del Padre sür Giüli, del Figlio commr Tito e dello Spirito Santo che è la pazienza un po' di tutti.

Tuo Illica

Trascrizione di Archivio Ricordi
Tipologia lettera
Sottotipologia lettera
Scrittura manoscritto
Lingua italiano

Medatadati Fisici
Nr. Fogli 1
Misure 210 X 135 mm

Lettera titolo LLET000228