Data: 29/7/1909



Luogo: Vigasio, Verona

ID: LLET002814




Vigasio 29-7-09

Illmo Comm. Tito

E’ tutto pronto.

Mi pare che l’opera così abbia acquistato assai.

Ma dei Suoi consigli, che mi riuscirono preziosissimi, uno non potrei metterlo in pratica, quello cioè che riguarda la mascherata.

Come Ella ricorderà, io non tenevo gran che a quel pezzo; ma pur ascoltando cio’ che Ella mi diceva Intorno al colore di esso, trovavo che era rapido, sbrigliato e non tale da guastare appunto per la sua rapidità, tanto più che si trovava proprio all’inizio dell’opera. Ma volli lo stesso assecondare il Suo pensiero e tentai di mutare il pezzo.

Ebbene, confesso che non mi è stato possibile. Le cose le più assurde mi uscivano dalla mente; parecchie volte ritornai all’assalto ma mi accorsi che era fiato sprecato.

Meno male che lo strano caso non porta nessun danno; ma mi dispiace lo stesso: preferivo che Ella non avesse a muovere nessuna osservazione. Bisognerà togliere dal libretto l’ultima strofa, invero poco spiritosa, della Mascherata, strofa che io non ho mai musicato.

Il pezzo che dava maggior preoccupazione, era il finale del 2° atto.

Era la frase amorosa che bisognava trovare, la frase insinuante, detta ....

“a cuore gonfio” da Héllera la quale, dopo l’invettiva di Adolfo, che minaccioso vorrebbe ritornare verso gli scomparsi, nella piena

della passione lo [t]rattiene.

La frase si fa carezzevole e voluttuosa: “Amiamo Adolfo amiamoci nell’ombra silenziosa!” e procede ampliandosi e ritorna poi quasi libidinosamente, Hellera avvinghiata sempre più ad Adolfo quasi a sfiorargli la bocca sussurrando “Bocca a bocca, così, la notte e il giorno confonderemo in una eternità.”

La frase è giunta al massimo della sonorità e poi decresce: ed Hellera sempre stretta ad Adolfo (il quale è sotto l’incubo dell’onta sofferta, triste nei suoi pensieri) guardandolo amorosamente s’incammina, e il sipario si chiuderà mentre la coppia starà scomparendo.

La scena finisce così poeticamente.

M’affretto a dirle che la  frase è breve e succosa; e stavolta credo che abbiamo veramente indovinato la chiusa di quest’atto, o, meglio ne abbiamo tratto il massimo profitto.

Non le voglio ora parlare delle altre cose aggiunte per esempio della fine della Ia scena di Hellera che ora è assai più efficace; nel 2° atto, nell'episodio della noia, del ritorno di Adolfo coi fiori e l’invito alla festa, del commento del coro al valzer, e di tutti gli innumerevoli incatenamenti dei tagli, ma le dirò che ho voluto fare tutto con molta cura, in modo che non sarà possibile accorgersi della modifiche fatte.

L’opera ora sembra nata così.

Domani e dopodomani voglio riguardare ancora alcune cose del vecchio strumentale e poi manderò costà la partitura d’orchesta con tutte le indicazioni delle modifiche in foglio a parte.

Io pure spero di poter passare da Milano tra poco e procurarmi il piacere d’ossequiarla; ma debbo attendere la visita d’un mio amico medico per sapere se alcuni giorni di Montecatini sono miracolosi quanto dicono e se vale la pena d’andare ad ingoiarsi ancora del caldo. Poiché qui, a dire il vero, non si muore per la grande pratica che abbiamo di stare in piedi.

La siccità è infernale.

La prego d’ossequiare il comm. Giulio e Lei gradisca i miei più rispettosi e cordiali saluti

I.Montemezzi

Trascrizione di Claudia Neri
Opere citate
Héllera

Tipologia lettera
Sottotipologia lettera
Scrittura manoscritto
Lingua italiano

Medatadati Fisici
Nr. Fogli 2
Misure 182 X 107 mm

Lettera titolo LLET002814