Ornat^mo Sig Ricordi

Scrivo dopo la prova generale dell’Inno delle Nazioni, lavoro degno del sommo Verdi, che ho concertato nota per nota, e che fa la delizia degli intelligenti di musica: dell’effetto che farà presso il pubblico in massa, non saprei dirlo, dico solo che per questa faustissima ricorrenza non è troppo troppo adatto; non si festeggia il nostro Re, e il pubblico che forse aspetterà questo nostro Re, e il pubblico che forse aspetterà questo naturale festeggiamento, resterà deluso, perciò freddino alla somma bellezza della sopradetta composizione. Spero però d’ingannarmi nelle supposizioni, e che tutti gustino il classico lavoro che ho l’onore dirigere.

Il Sig. Eug[enio] Tornaghi in nome suo mi domanda cosa voglio in compenso della cessione che li farei di sei pezzi vocali per camera, e che spero poter dedicare alla nostra Pia, regina del Portogallo. Ne domando trecento lire. Il Sig. Tornaghi mi scambia con un maestro di canto che non esiste dell’istesso mio nome. Io tengo ad essere conosciuto dal Sig. Tornaghi, il quale altra volta mi scambiò per l’autore del PIpelet. Io sono l’autore del Folco d’Arles, del Guido Colmar, della Silvia, dell’Ettore Fieramosca, dell’Elvina, della Casa degli Artisti, dell’Arrivo del Sig Zio, del Geloso e la Vedova, del Don Checco, delle Due Guide, ect. e di moltissima musica vocale per camera. Sono il maestro Direttore di S. Carlo.

Convengo che la mia musica è tanto meschina da non meritare d’essere conosciuta ad un pollice da me lontana; ma qualche volta succede che le combinazioni fanno la celebrità d’una musica, su di cui cadeva, se non il disprezzo, l’indifferenza pubblica.

Ò scritto ciò, lo replico, non per altra ragione che per essere conosciuto dal Sig. Tornaghi, che riverisco affettuosamente.

La prego accettare i saluti del suo

Affet[uoso]

Niccola de Giosa

Napoli 11 Novembre 1863