Di casa. Sabato
61. Corso Venezia
Caro Giulio! Sono talmente occupato oggi nei preparativi della partenza che temo di non poter trovare un minuto per venire da te. Grazie mille delle due buone lettere che mi offri e se non ti dispiace mandale al Negozio tuo in Galleria ove mi recherò o manderò a prenderle oggi stesso prima delle 5.
Nel tuo biglietto agro-dolce e più agro che dolce di jeri mi dai due stoccate che non mi toccano per la semplice ragione che non le capisco.
Non capisco né il male che ti possa mai aver fatto la mia amicizia, né la fava che mi resta; il solo fatto di non capirle prova che sono ingiuste, oppure che non hanno senso, locché è impossibile col tuo spirito.
Checché tu possa credere, o ti possa essere stato dato da bere, ti posso assicurare che nell’affare della fusione dei due Stabilimenti ho fatte delle pratiche perché la cosa riuscisse: ma ora gli animi sono concitati troppo. Se vuoi saperne qualche cosa domandane a Brosovich il quale ha in mia mano una lettera scrittagli 20 giorni fa che lo prova. Del resto non è che quistione di tempo, tanto più che gli altri progetti di Musichificio e che so io, sono rimandati alle Calende Greche: quanto alla mia opinione su questi progetti l’ho sempre dichiarata che sono in astratto bellissimi ma in pratica impossibili ……… per la semplice ragione che ci vuole una capacità direttiva e che questa non c’è, non c’è e non c’è.
Ed ecco tutto: a voce potrei dirti di più e al mio ritorno spero di poterlo fare, persuadendoti che il male ch’io ho fatto, faccio, o vorrei fare è una delle solite creazioni fantastiche da cui sono perseguitato come uomo, come critico, come amico e come umilissimo tuo
Servitore
F. Filippi
Non dimenticarti di mandare le due buone lettere al Negozio prima delle 5 e Grazie