Di casa. Martedì

Caro Giulio!

T’ho servito bene?

Dopo questo piccolo sfogo mi sento assai meglio: spero che nella mia polemica non avrai trovato che la sincerità d’un oppositore leale ed onesto: per cui, se credi, rimettiamo il brando nel fodero, e d’ora innanzi, invece degli scherzi poco dolci, mettiamoci sul serio ed ajutiamoci a vicenda, che alla fine l’arte l’amiamo ambedue, e c’è mezzo d’intenderci. Se queste mie oneste parole ti capacitano niente di meglio: se no, fiat voluntas tua… non senza però dichiararti che ci vorranno ancora degli anni e degli anni di punzecchiature, di tormenti e di attacchi perché mi decida di nuovo ad entrare in lizza. Nel sacco ti ho messo per bene, assicuratelo: assicurati però anche che il miglior modo di uscirne non è già di bucarlo ma ch’io lo sleghi e che ti dia la mano per venir fuori.

Avrò molto piacere se mi manderai a Londra il Numero della Gazzetta che per caso contenesse una Replica del Matto, o tua; parto domattina alle 10, e se hai comandi scrivimi un rigo e ti servirò. Ti sarò poi obbligatissimo, se mi darai qualche lettera, specialmente pel Corrispondente della Gazzetta che non è Matto. So che Sabato prossimo c’è una veglia da te, con balli, canti, risotti, gelati e un pas de deux famoso; vedi che sono furbo: partendo domani ti sollevo anche dall’intrigo di non invitarmi. Se non altro mandami a Londra il Programma, e se qualche mio amico avrà la scolazione [sic] glie lo [sic] darò da mangiare.

Bondì. Tanti saluti a casa

Credimi tuo aff.

F. Filippi

P.S. Ecco l’indirizzo di Londra. “M. F. Filippi, chez M.^e Colinache.

7. The Terrace Kensington,

Gardens Square

London”

Se credi ti manderò l’articolo ultimo sul D. Carlos e alcune brevi parole di conclusione che saranno una specie di Cicero pro domo sua.

La Riverisco.