Data: Senza data



Luogo: s.l.

ID: LLET007230




Di casa. Domenica

Caro el mio Vecio!

Ti accuso ricevuta della tua Requisitoria e vado subito alla Perseveranza a sollecitare la pubblicazione dell’articolino che io stesso manipolerò, sempre felice di servirti. Quanto alla tua sfuriata sappi, caro mio, ch’è la seconda Edizione di quella ch’ebbi l’altro jeri dal carissimo Sor Francesco Lucca il quale come te, è andato su tutte le furie perché ho dette delle falsità sullo Stabilimento Ricordi, e perché non ho abbastanza magnificato il suo.

Ecco quello che si guadagna a scrivere il giusto ed il vero, o almeno quello che io doveva ritenere il vero: sappi, caro Giulio, e te lo giuro in parola d’onore, che io non ho mai parlato col Lucca delle cose di cui tu mi accusi falso propagatore. Io ho voluto esser giusto, possibilmente, con ambedue e feci col Lucca quello identicamente che feci per la tua casa. Cioè mi sono attenuto alle informazioni contenute nei due promemoria stampati e pubblicati dai due Editori, credendo in buona fede alle asserzioni contenute nei due documenti. Se ci sono dunque falsità sbrigatevela fra voi altri due, giacché io non poteva non credere tanto all’uno che all’altro. Questa è la verità di fatto dalla quale ti persuaderai che non ho né due pesi né due misure, come hai sempre l’estrema facilità di credere, mentre non dico e non scrivo che quello che la onestà dei miei giudizi e delle mie opinioni mi suggerisce: questi giudizi e queste opinioni possono essere sbagliati, perché purtroppo non c’è materia in cui sia facile aver torto o ragione come nella musica. Vedi bene che con questo sistema non accontento nessuno, ma io lo seguirò egualmente. Già due prossime occasioni si presentano di dispiacere a te e al Lucca: a te col Lohengrin; coll’Aida al Lucca il quale è già tutto inviperito e la sig.a Giovannina più di lui, non solo per le lodi che feci alla Reginella, ma perché sanno che udii alcuni pezzi della nuova opera di Verdi, e che mi sono piaciuti immensamen- te.

So che il mio corletismo ti fa ridere, ti fa compassione: me l’hai già detto, scritto e stampato parecchie volte: ma cosa vuoi, mi ci trovo bene e ci resto.

Tutto ciò senza il menomo rancore e sempre col desiderio di darti prova della mia amicizia e della mia gratitudine alla tua casa, alla quale so di dovere la mia attuale posizione nella critica, ch’è certo aldispora [sic] dei miei meriti.

Coi quali mi dico

Tuo aff. Filippi

 

P.S. Per convincerti della mia sincerità e che non dico ballefote, ti accludo il fervorino di casa Lucca, il quale è un documento pubblico a cui puoi rispondere benissimo, senza tirarmi menomamente in ballo. Ti accerto di nuovo che el sir Francesco è molto più in collera di te: ma se lo vedo, cole armi che mi hai fornite, gli darò del Mona.

Trascrizione di Giovanni Vigliar

Opere citate
Aida
Lohengrin

Tipologia lettera
Sottotipologia lettera
Scrittura manoscritto
Lingua italiano

Medatadati Fisici
Nr. Fogli 1
Misure 211 X 136 mm

Lettera titolo LLET007230