Caro Tornaghi

Verona Li 4 Marzo 1867

Io sarei disposto di recarmi a Firenze onde porre in iscena la mia Guerra in quattro; ma se debbo dirtela a quattr’occhi mi pare che il Bellincioni sia un buffo che abbia poca voce, anzi pochissima. Non potrebbe il Tinti prenderne un’altro [sic]? ... Per esempio Luigi Fioravanti l’ha già fatta con me a Trieste, e dopo Pietroburgo è libero. Cerca di persuaderlo, perché nella Guerra in quattro vi sono dei brani di forza. Quanto alle mie pretese io mi limito a quello che farai tu, e sarà tutto ben fatto. Ci vuole buona orchestra, e Coro anche di Donne.

Ti avverto che per meglio assicurare l’esito vorrei introdurvi qualche miglioramento; per esempio vi è di bisogno di una nuova stretta al primo terzetto; poi un’arietta pel Soprano al terzo atto, ed un nuovo Duetto fra Soprano e buffo al terzo atto. Di questi due ultimi pezzi che io comporrei, la poesia sarebbe nuova, e che gentilmente me la fece il Maestro Bombardi.

Con questo rinforzo il terzo atto riuscirebbe meglio.

Per tua norma Mercoledì o Giovedì verrò a Milano per fermarmi fino alla Domenica. Allora parleremo anche di questo affare. Intanto potresti prevenire il Tinti di quanto sopra.

Ti saluta cordialmente il tuo amico

C. Pedrotti

P.S. Vengo ora sapere che il Politeama è un teatro assai vasto, e che è di terzo ordine. Non mi pare che sia una buona speculazione. Che dici? ... Davvero che non ci andrei volentieri.