Torino 7 Giugno 74

Caro Amico

Rispondo a vista alla tua in data di jeri. Il basso Girandet, ha voce limitata, (monta solo fino al Re) ed è molto gutturale; come attore poi è anche poca cosa. Qui non fece né caldo né freddo. Mi dispiace, perché è una brava persona, e mi è amico, ma prima di tutto debbo dirti la verità. S’intende da sé che ti prego di non nominarmi. Non lo credo addatto [sic] per una parte tanto importante. Questa mattina ho messo in posta una lettera per Gomes, raccomandandola a te. Mi sono rallegrato seco lui del bellissimo lavoro che fece, perché melodico, conciso, e di effetto per le masse. Sono persuaso che a Torino piacerebbe assai. Basta vedremo se le mie prediche, non che quelle della Direzione, possono persuadere il nostro Corti a fare una volta le cose per bene. Spero che non farà la bestialità di cedere la Vercolini. In confidenza te ne racconto una di grosse del Corti. Bisogna che tu sappia che egli si trova in lite col Municipio per un certo affare concernente il teatro Carignano; allora per darsi uno sfogo scrive a me che ipso facto m’intenda col suo Segretario M^o Borioli per decidere sull’opera che dovrà inaugurare la stagione, perché teme che l’Aida non si darà. Io l’ho calmato subito, (dopo di aver parlato colla Direzione) e gli scrissi seriamente che badi bene a quello che fa dice, perché non fare l’Aida sarebbe la sua ultima rovina, che gli abbonati la vogliono, e poi stia pur certo che la Commissione non gli permetterà di aprire il teatro. Il Corti non mi ha più risposto, ma sono certo che si adatterà per forza. Il suo segretario Borioli è pure del mio parere. Silenzio di tutto ciò. Ti terrò informato di tutto.

Tanti saluti alla tua famiglia, a quella di Giulio, ed al Tornaghi, e Ciao

il tuo Pedrotti