Torino 10 Luglio 1874

Caro Tornaghi

È questa l’ultima rata che ti chiedo, giacché io debbo avere un grosso conto da saldare in tanta musica acquistata allo Stabilimento Ricordi. Farai estrarre quindi tutti i conti, non dettagliati che tornerebbe inutile, ma per me basterà che tu mi dica la somma totale. Quest’ultima rata di L: 300 (se ci starà) la pagherai al mio amico Gaetano Donatelli e così faremo il saldo totale.

Mi resta sempre però un vero rincrescimento che questo contratto non sia stato che passivo pel Ricordi; è proprio una vera fatalità; che se potessi essere utile in qualche cosa ai Ricordi, mi metterei in quattro per rendergli dei servigi. Pregoti far loro presenti questi miei sentimenti, che sono i più sinceri.

Mi si comandi, e sarò lietissimo di poter servire una Casa che ho sempre stimata.

Nei giorni scorsi fu qui il Corti che (fra parentesi) voleva fare il gradasso col Municipio per una questione di piccoli interessi, e minacciava di non voler dare l’Aida. Il poveretto non vedeva che il danno maggiore sarebbe stato per lui, perché senza l’Aida non si farebbe un abbonato. Dunque l’Aida è decisa, e credo anche che in Quaresima si darà il Salvator Rosa; dissi al Corti che ho passato quest’opera, che mi piacque molto, e che gli farà interesse. Egli mi rispose che farà gran calcolo delle mie asserzioni, ed anzi mi disse di fartene parola onde possibilmente indurti a tenere un prezzo non troppo alto. Poi speriamo che ci vada dietro la Messa di Verdi, perché tutto ridonderebbe a suo interesse. È un benedetto uomo, che ha la vista più corta d’una spanna; teme sempre che lo si inganni, e che tutto si faccia pel suo danno. Basta, voglia il Cielo, che terminati i due anni, il nostro Teatro passi in mani più esperte e degne di questa Città.

Mille saluti ai Ricordi, ed alla tua Famiglia.

Ciao di cuore il tuo Pedrotti