Caro il mio Tito. Venezia 23 luglio 1855
Il comune amico Minisini, qui presente che non sa ancora con sicurezza se la sua statua sia giunta salva costà e se sia esposta, ti prega a volergli procurare tale certezza, come pure informarti a chi il caro nostro Verdi lasciasse od abbia intenzione di lasciare, partendo da Parigi, la cura di tale statua che era stata a lui raccomandata. Abbi pazienza, ma egli mi astringe a farti tale preghiera, che d'altra parte non mi pesa poiché sono sicuro, che tu amic[o] dell'arte, e particolarmente del Minis[i]ni, vi ti presterai volonteroso. Saluta e ringrazia a suo nome il caro Verdi, e per me dagli un bacio di cuore foriero d[e]i mille ch'io gli darò, spero Busseto. Tant[e] cose alla cara signora Peppina. Il Profeta, malgrado il colera continua a riempire il teatro.
Bondì, caro il mio Tito; credimi sempre
Tuo Aff° Amico
F.M. Piave