Data: 6/6/1925



Luogo: Milano

ID: LLET013731




Milano, il__________________192___

R. CONSERVATORIO DI MUSICA

GIUSEPPE VERDI                                                      

MILANO

 

 

Via Vigna, 1

6 giugno 1925

 

Egregio e caro Amico,

 

il Sig. De Morsier Le avrà detto che io fui da lui, e che avemmo insieme un lungo e cordiale colloquio, e che io mi ero quasi lasciato persuadere a fare una corsa a Bruxelles, nel tornare da Londra, per parlare di Dèbora e Jaéle coi direttori della Monnaie. Ma poi: io non ricevetti in tempo al Grand Hotel la lettera promessami dal Sig. De Morsier riguardo alla validità del mio passaporto per il Belgio; Rirì soffrire molto nella traversata di ritorno; io dovevo quanto più possibile affrettare il mio ritorno a Milano; e, insomma, a Bruxelles dovetti rinunciare. ma forse non fu male. Ma pure non fu male. Ché qui a Milano mi aspettavano ... due tenori. Uno è un certo Parmigiani, lo stesso che cantò la parte di Ippolito al San Carlo di Napoli (nella mia Fedra) due anni or sono, e che ha bella voce, notevole intelligenza, e conosce abbastanza di francese da potersi cimentare a eseguire la parte di Sisera. L’altro è un certo Podestà – nome italiano ma nazionalità ed educazione generale francese; il canto però egli lo ha studiato, oltre che a Parigi, anche a Napoli, per quattro anni, con De Lucia e Battistini. Questo sig. Podestà ha già cantato anche all’Opera di Parigi, la parte di Faust nell’opera di Gounod.

D’accordo col Sig. Valcarenghi io dunque pregherei Lei di accelerare, trovandosi costì, la risoluzione delle pratiche con la Monnaie.

Il Podestà sarebbe disposto a farsi scritturare anche per Lohengrin ed eventualmente per un’altra opera, ma preferirebbe créer soltanto Dèbora e Jaéle.

Il Parmigiani accetterebbe la scrittura di tre mesi, per cantare D. e J. e due opere di Wagner. Io però non credo egli potrebbe cantare bene altro che Lohengrin e forse Maestri Cantori. Certo che Sigfrid e Tristan sarebbero per lui – almeno per ora – opere troppo forti.

Io La pregherei di fare tutto il possibile perché la Monnaie scritturasse il Podestà, il quale parte stanotte per Parigi e verrà da Lei, personalmente, a parlare della cosa.

Se poi al Podestà si dovesse rinunciare (il l’ho udito, e a parer mio egli ha bella voce, sia pure impostato un po’ toppo alla francese, e canta bene) allora si potrebbe proporre il Parmigiani, avvertendo però: 1o, che non sarebbe prudente esigere da lui un Tristano o un Sigfrid (ma non credo che per la somma offerta si pretenderà trovare un Tristano e un Sigfrid e un Sisera tutt’insieme!); 2o, che egli pronuncierà [sic] il francese non molto bene.

Non aggiungo altro, e mi rimetto alla Sua buona volontà di concludere qualcosa nell’interesse di quella povera Dèbora e Jaéle disgraziata.

E le mando i più cordiali saluti. Il Suo dev.

Ildebrando Pizzetti

Trascrizione di Paola Meschini
Opere citate
Débora e Jaéle

Tipologia lettera
Sottotipologia lettera
Scrittura manoscritto
Lingua italiano

Medatadati Fisici
Nr. Fogli 1
Misure 210 X 135 mm

Lettera titolo LLET013731